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Il territorio.

Il territorio del comune di Tolfa (circa 162 km2 ) situato tra il mare e l’alta collina (4 – 562 metri s.l.m.) fa parte di una più ampia area geografica (circa 4.500.km2) dell’antiappennino laziale situata in provincia di Roma e denominata “Monti della Tolfa”.L’area riveste una enorme importanza naturalistica e ciò è dovuto sia alla particolare posizione geografica, al centro della penisola dove il clima continentale si incontra con quello mediterraneo, sia alla gestione collettiva a proprietà indivisa secondo le  leggi sugli usi civici, di buona parte del territorio (la sola  Università Agraria di Tolfa, l’Ente pubblico gestore, è proprietaria di circa 70 kmdi terreno ).             Geologicamente, l’area,  anche  se a quote modeste, ha una struttura piuttosto complessa, a geomorfologia assai articolata. Accanto ad un’ossatura formata da rocce di origine sedimentaria vi sono importanti manifestazione vulcaniche locali o provenienti da sistemi vulcanici viciniori ( es.vulcano Sabatino). Molto caratteristiche  sono le strutture cupuliformi (domi) di trachite, la caratteristica pietra locale da sempre usata nelle manifatture edilizie. Il clima è di tipo mediterraneo umido (con una zona a clima temperato), continuamente mutevole e con importanti variazioni microclimatiche. Tale situazione ha favorito la biodiversità con presenze floristiche e faunistiche abbondanti.E’ eccezionale la ricchezza dei carnivori tra i mammiferi e dei falconiformi tra gli uccelli con specie rare e in pericolo di estinzione. Notevole è la presenza di rettili e di anfibi, di vari ordini di insetti , di vari gruppi floristici quali ad esempio le felci e le carduacee; ciò è collegato alla grande complessità delle comunità delle specie vegetali e animali (fitocenosi e zoocenosi). Si tratta nel complesso di valori legati alla continuità territoriale entro il comprensorio ed alla omogeneità di una gestione estensiva dello stesso, grazie alla cultura locale. 

Note floristiche

Le formazioni floristiche sono quelle caratteristiche del Lazio. Non sono ripetibili altrove perché solo qui si hanno condizioni e alternanze meteorologiche così varie e complesse. Il visitatore può dimenticare le formazioni vegetazionali europee o padane o mediterranee tipiche, per cogliere gli aspetti di quello che è un mosaico di microclimi e perciò di florule diverse più o meno intercalantesi e interferentesi. Si notano due aspetti particolari: 1) la commistione della vegetazione mediterranea con quella continentale europea e con quella balcanica; 2) una grande concentrazione di specie carduacee, spinose, termofile, le più rare dell’Italia centrale. Da segnalare la  presenza dei faggi sottoquota (250 – 500 metri s.l.m.), di aceri relitti di foresta centrale europea e di aceri di origine balcanica. Le  zone umide ospitano un relitto tassonomico, una felce arborea, la rara Osmunda regalis (felce florida) la più grande felce che si trovi in  Italia. La macchia mediterranea presenta il fenomeno dell’inversione (piante mediterranee salgono sulle cime assolate dei monti, mentre piante continentali scendono nei freschi fondovalle percorse dalle brezze marine) ed una specie tipica, il corbezzolo, si trova in abbondanza lontano dal mare. La presenza di questa vegetazione così differente è una testimonianza vivente di  come  agiscono i fattori fisici sul mondo biologico. Forse nel campo “mediterraneo” non v’è platea di studi in questo senso che possa uguagliare questi  Monti così soggetti a variazioni meteorologiche.