Cencelle
Le risultanze arcgeologiche
La fortuna del colle dove è posizionata la medievale Città oggi chiamata Cencelle ed una volta Centocelle e Leopoli, va senza dubbio individuata nella sua felice esposizione climatica, dallessere posta a controllo della fertile vallata terminale del fiume Mignone per essere circondata in parte dal fosso della Melledra e soprattutto di essere situata a poca distanza dall acqua sorgiva del colle di Ripa Maiale. Sono ancora visibili elementi (lung,46cm,larg.37x33 cm, anima cm12,50) ottimamente scalpellinati allo scopo di essere innestati gli uni suglialtri e parti integranti dellacquedotto che univa Ripa Maiale con la Città di Cencelle. Attorno alle sorgenti ci doveva essere una stipe votiva a giudicare dai numerosi frammenti di ceramica Protostorica . Il tutto è stato vanificato dallopera devastatrice dei clandestini. Indubbiamente le risultanze archeologiche più interessanti della zona sono costituire dal rinvenimento di migliaia di strumenti litici recuperati nellarea di Ripa Maiale. La selce è resistente, colorata e unica nel suo genere e con essa sono state prodotti strumenti che vanno dalla Preistoria del paleolitico inferiore come schegge di tipo levalloisiano, raschiatoi musteriani. lame, grattini , numerosi nuclei e scarti di lavorazione. Si tratta di una stazione allaperto che forniva la materia prima alle zone limitrofe provocando lo svilupparsi dei primi commerci. Va anche registrato che gli strumenti litici si rinvengono in quasi tutti i colli che circondano il colle di Cencelle come , per esempio , a Campo Reale dove è stata riconosciuta unamigdala e recuperata una bella punta di freccia tra i frammenti di ceramica databili al Neolitico. Ma lemergenza archeologica più consistente è costituita dalle mura di cinta della Città che sono state messe in opera seguendo landamento del terreno sui cui poggiano. << Sorse cosi, entro un perimetro di 700 metri, guardata da mura con sette torri angolari , aperta da tre porte e ricca di due Chiese , la Città dagli sfollati dal mare>>. Questa è la eloquente e sintetica relazione sulle origini della Città. Risulta evidente che le mura della Città hanno subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. nel lato settentrionale della mura è possibile osservare che una parte di esse è stata costruita in maniera diversa dalle altre mura di cinta, cioè presenta un allineamemto di tufi senza la necessaria malta. E evidente quindi che questo tratto delle mura risale allepoca etrusca, appartenenti ad una Citta ancora sconosciuta che per pura ipotesi può essere identificata con Cortuosa o Contenebra. Uno studio finalizzato potrebbe dare risultati sorprendenti.
LA LEGGENDA E LA STORIA
Il primo documento che potrebbe essere accostato alla Città di Cencelle risale al VII secolo. Nel la scelta cadde sul cole di Cencelle nel registro di Cencio Camerlengo è testualmente riportato quanto segue e: Onorio I (625-638) commisti Gandisio notario et Anatolio Magistro militum regendam Civitatem Neapolitanam cum omnibus sibi pertinentibus, positam territorio Centumcellensi. In sostanza il documento attesta la presenza di una Nuova Città nel VII secolo forse costruita sulle rovine di una Vecchia Città nel territorio di Centocelle ,odierna Civitavecchia che in origine si chiamava per lappunto Centumcellae. E probabile che sulle rovine di questa Nuova Città sia stata costruita lattuale Cencelle che, come di vedrà, prese il nome di Centumcellae trasformatosi poi nel diminutivo e attuale Cencelle. Nel medio evo loriginaria e romana Centumcellae e Cencelle vissero contemporaneamente e ciò ha indotto storici e cronisti nellattribuire i documenti alluna o allaltra Città. La romana Centocelle fece parte del Ducato Romano e, secondo Procopio da Cesarea, fu grande e popolosa. La svolta storica che decise le sorti della Città avvenne nel IX secolo quando cioè le incursioni saracene divennero sempre più dure ed intense. Nell813 Centocelle fu presa e devastata ed i suoi abitanti si rifugiarono nellentroterra per sfuggire ai Saraceni che come cavallette invadevano e distruggevano le coste marittime. Secondo il Liber Pontificalis , Leone IV (847-855). mosso a pietà dei profughi, decise di costruire una nuova Città in un luogo più sicuro. Dopo un sogno rivelatore la scelta cadde sul colle di Cencelle , luogo più nascosto e provvisto dacqua. La mattina seguente il Papa chiamò Pietro, capitano delle guardie, e gli consegnò il denaro sufficiente per costruire la nuova città che, nelle intenzioni papali, si sarebbe dovuta chiamare Leopoli in onore del Papa. Sempre seguendo la stessa fonte, sembra che nell854 il Papa benedicesse le mura della nuova città ed in seguito facesse doni alle Chiese di S.Pietro e S.Leone. Vuole la tradizione che una volta cessato il pericolo saraceno, dietro invito di Leandro, un notabile della città, il 15 agosto 889 gli abitanti della nuova città, allombra di un emblematico albero e sospinti da un amor patrio, presero la decisione di tornare alla vecchia città che da allora prese il nome di Civitavecchia. Questo è quanto si legge nel Liber Pontificalis e quanto è riportato dalla tradizione locale che n talunicasi potrebbe diventare storia, ma la realtà storica è senzaltro diversa. per cui il tutto dovrà essere sottoposto a d una severa critica onde far prevalere lanalisi storica alle congetture di parte o alle leggende. In primo luogo va osservato che la romana Centumcellae è vero che fu presa ,saccheggiata e devastata, ma si ritiene inverosimile labbandono totale: labbandono sarà stato parziale come il ritorno graduale. Labbandono totale sia avvenuto per la sede vescovile che rimase presso Cencelle. Poi il sogno rivelatore è chiaramente indizio di una leggenda ed il sapore di qualcosa fantasiosa. Evidentemente il Papa intendeva lasciare una traccia indelebile del suo nome col chiamare la nuova città Leopoli ( Città di Leone) ma in pratica non esiste alcun documento che attesti questa denominazione, i suoi abitanti hanno preferito ripristinare quello della patria dorigine. Per tutto sopra esposto e soprattutto alla luce della presenza della precedente città di Neapolis, la probabilità più concreta è che Leone IV autorizzò gli sfollati del mare di insediarsi in questa antica città previa ricostruzione delle mura di cinta.
LA SEDE EPISCOPALE
Nell853 Leone IV confermò a Uomobono, Vescovo di Tuscania, il suo vescovado specificandone i confini ed i luoghi ad esso soggetti. Nella conferma è detto: a mari magno, et indie per fluvius Minionem....cioè il confine partiva dal mar tirreno e seguiva il corso del Mignone . Quindi tutto il territorio situato sulla riva sinistra del fiume , sul versante marino, non apparteneva alla Diocesi di Tuscania , ma evidentemente era parte integrante della sede episcopale di Centocelle , ossia dellattuale Cencelle . Infatti nello stesso anno è testimoniato Domenico, Vescovo di Centocelle. La situazione dovette rimanere invariata per diverso tempo : tra il 940 ed il 950 Venerando, Abate di S.Maria del Mignone, restaurò la Chiesa distrutta dai Saraceni intorno all880. Per compiere la cerimonia Venerando chiamò Valentino Vescovo di Centosette. E nota iscrizione epigrafica del 1093 che menziona Riccardo , Vescovo di Tuscania e Bieda. Evidentemente nel volgere di popchi anni si era verificata lunione delle tre diocesi. allargandosi territoriarmente. Lampliamento non dovette essere stato gradito dalla Diocesi di Sutri il cui Vescovo Alberico si querelò a Papa Pasquale II (1099-1118) il quale rimise la questione ad una commissione composta da Vescovi e Cardinali. a Commissione decise lappartenenza della terra di Centocelle alla Diocesi di Sutri. Intervenne Guidone, Vescovo di Tuscania, assieme al cleroed ai laici di Cencelle, allora Pasquale II risolse la vertenza decretando lappartenenza di Centocelle alla Diocesi di Tuscania. Non sono note le motivazioni della vertenza, unintepretazione può essere ricercata nel timore, da parte della Diocesi di Sutri, che lampliamento giurisdizionale di Tuscania, aveva leso o andava a ledere i diritti sutrini dalla parte dei Monti della Tolfa. Nel 1192 Celestino III eresse Viterbo come Sede Episcopale e lanno successiva uni alla Diocesi di TuscaniaIl territorio di Centocelle , comprensivo delle terre di Civitavecchia e Cencelle,fu associato alla nuova Diocesi dalla quale dipese nel XIII e XIV secolo. Nel 1436 Eugenio IV istituì la Diocesi di Corneto con Montefiascone. Da allora il territoriali territorio di Centocelle fece parte della nuova istituzione con la quale rimase fino al secolo scorso quando furono unite le Diocesi di Civitavecchia e Tarquinia.
LE CHIESE
La nuova città di Cencelle doveva disporre di un territorio abbastanza esteso se poteva disporre di sette Chiese ed una Cappella. Due Chiese si trovavano allinterno della città le altre dislocate nella campagna circostante, costruite forse come centri di aggregazione per le diverse attività agricole.Le Chiese situate allinterno erano: S.Pietro e S.Giacomo. La Chiesa di S.Pietro era la Cattedrale,era tenuta da un arciprete e quattro canonici ed è documentata dal 1220. Si ritrova menzionata nel 1224 nella raccolta delle decime per gli anni 1274-1298. Nel 1345 lamministrazione di S.Pietro fu concessa a Giovanni di Venezia. La Chiesa di S.Giacomo è documentata dal 1237e nel 1291 quando è espressamente detto :sub porticoSancti Iacopi.Si ritrova la Chiesa di S.Giacomo nel 1362 quando il consiglio generale della città vi si radunò per conferire al Sindaco Colella l mandato per la presentazione del cero a Corneto. La Chiesa di S.Maria in Valle è documentata dal1233 e disponeva della Cappella di S.Nicolò ed era forse la più importante tra le Chiese poste in campagna ; viene anche menzionata nella raccolta sessennale delle decime degli anni 1274-1280. E di nuovo menzionata nel 1291 con il suo Priore Leonardo ; è ripetuta nella raccolta 1331-1333 con il Priore Roberto ed infine è ricordata nella locazione di fondi a Tommaso Ione di Cencelle. La Chiesa di Giovanni è documentata dal 133327. La Chiesa di S.Andrea è documentata dal 1313. Lattuale Eremo della SS.Trinità apparteneva a Cencelle nel 1243 Innocenzo IV lassegnò alla Chiesa di S,Severa allepoca del tutto abbandonata. Pertanto Cencelle aggiunse al suo territori anche la Chiesa di S.Severa. Questultima è documentata per la prima volta nel 939, è considerata abbandonata nel 1243 e sulle sue rovine, Giovanni da Castro vi fece costruire un molino ed un forno per la fusione del ferro.
I PRIMI DOCUMENTI
Nei documenti medievali è spesso usato il medesimo nome di Centumcellae per indicare sia Cencelle e sia Civitavecchia. Ciò ha inndotto diversi storici e cronisti nellerrore nellattribuire il documento alluna o allaltra città. Anche se lequivoco non è definitivamente chiarito, bisognerà procedere ad una revisione storica onde far luce su questo aspetto, intanto si traccia il seguente profilo storico. Il primo documento in cui è possibile riconoscere la città di Cencelle risale al 920 :nellaprile di quellanno un tal Acerisio, figlio di Sindruda, dichiaratosi habitatoris Castri Centumcellensis chiese a Rimo,Abate della vicina S.Maria del Mignone, la locazione di alcune terre per poterle lavorare. Il documento, oltre a menzionare Cencelle, testimonia la volontà del richiedente a lavorare la terra, evidentemente a quella data il pericolo saraceno stava scemando. Un altro documento è quello del 939 :nel mese di gennaio Campone, Abate di S.Maria del Mignone, cedette ai figli di Ermengarda, abitatori in turre di Corneto, alcune terre situate sulla riva destra del Mignone e poste in comitatu tuscanensi. ; in cambio lAbate Campone ricevette alcuni Casali situati sulla riva sinistra del Mignone e posti interritorio Centumcellensi. Durante la contesa tra lAbbazia di Farfa ed il Monastero dei SS.Cosma e Damiano per il possesso di S.Maria sul Mignone, nel 999 LImperatore Ottone III confermò a Farfa i diritti di S.Maria del Mignone.Nella conferma è detto dei beni situati in toto territorio tuscano aut Centumcellensi.La migliore testimonianza è fornita nel 1072 quando cioè fu risolta la vertenza tra Farfa ed i SS.Cosma e Damiano. Nel giudicato che fu a favore di Farfa, è detto di beni patrimoniali situati apud Cornetum et Centumcellense Urbem. Nel XII secolo si avviò la formazione delle autonomie comunali come politica autarchica nei confronti del potere imperiale e papale. Nel 1143 Roma istitui presso ilCampidoglio il suo libero Comune. Dopo la frattura politicache ne derivò, nel 1188Clemente III si acccordò col Campidoglio sulla restituzione di terre e città del Patrimonio di S.Pietro tolte a Papa Lucio. Il 3 aprile dellanno successivo Clemente III ottenne da Enrico VI , in rappresentanza di Federico I, la restituzione anche di Cencelle. Dopo aver conquistato Tolfa Vecchia a danno del Conte Guido di S,Fiora, il Conte Ugolino, col consenso della moglie e dei figli,sottomise al Comune di Corneto :Tolfa Vecchia,Monte Monastero e Civitella. Nellatto di sottomissione è precisato che cederà allo stesso Comune i suoi possedimenti diCencelle. Insomma dai primi documenti è possibile riconoscere, in attesa di altreattestazioni, Cencelle prima come fortezza, poi come città con beni patrimoniali situati sulla riva sinistra del Mignone, con altri beni appartenenti al Comune di Corneto e soprattutto come luogo soggetto alla Chiesa.
SOTTOMISSIONE A VITERBO
Se dai primi documenti si può rilevare qualche incertezza, con lavviarsi del XIII secolo Cencelle nella sua vera identità sociale e politica. <Et in quellanno (1220) li Viterbesi comprarno Cincelle>. <Anno Domini1221.Li Romani posero loste ad Viterbo e allogiaro alli Palazzi, poi vennero a combattere la Porta di Santa Lucia et in Fabule furno cacciate , e tornarno ad Roma e fu per Cincelle. Poi li Viterbesi andarno in assedio ad Corneto, e feroli danno assai>. Queste le notizie riportate dalla cronaca ma che trovano puntuale conferma nei fatti e nei documenti. Gli abitanti di Cencelle avevano contratto dei debiti col Comune di Corneto e per estinguerli si videro costretti a vendere i loro diritti patrimoniali al Comune di Viterbo che, in contesa con quello di Corneto , perseguiva una politica espansionistica sui Monti della Tolfa. Il formale atto di vendita fu stipulato il 29 settembre 1220 presso la Chiesa di S.Pietro di Cencelle . Da una parte i rappresentanti del Comune del Comune di Viterbo ; dallaltra Enrico di Accettante nella sua qualità di Sindaco del Comune di Cencelle , furono venduti tutti i diritti patrimoniali ad eccezione di quelli privati e delle parti di terra necessaire allallevamento del bestiame . Il tutto per la somma di 2.500 lire senesi , necessarie allestinzione del debito contratto col Comune di Corneto. Ma linteresse del comune di Viterbo non fu solo economico. Viterbo ottenne la sottomissione di Cencelle e mediante il pagamento, per ogni famiglia , di 24 denari senesi per il giorno della festa dellAngelo( 29 settembre). Nellatto politico di sottomissione veniva dichiarata obbedienza alla Chiesa e al Papa Onorio III, mostrando quindi avversità al Comune di Roma. Fu proprioil Campidoglio che prese liniziativa : nel 1221 i Romani s i allearono ai Cornetani ed insieme mossero guerra ai Viterbesi che inizialmente respinsero primi e poi assediarono Corneto alimentando una guerra che durò diverso tempo. Venne decisadallintervento di Onorio III che, pagando il prezzo della vendita, riscattò Cencelle alla Chiesa. il 9 dicembre 1244 Cencelle, adunato il Consiglio col suono della campana maggiore , si liberò da Viterbo prestando atto di omaggio e sottomissione al Papa ed ai suoi legittimi successori. Forse a seguito della sottomissione Onorio III fece ristrutturare le fortificazioni.
SOTTO LA GIURISDIZIONE DELLA CHIESA
Quindi Cencelle è gestito da una amministrazione comunale e sotto il controllo politico che si manifesterà anche successivamente. Il 22 gennaio 1227 OnorioIII affidò il rettorato del Patrimonio di S.Pietro al Re Giovanni di Brienne assegnandogli tutto il territorio compreso da Radicofani a Roma ; nellassegnazione sono fatti salvi i proventi di alcune città tra cui Cencelle, che vengono concessi Raniero Capocci (fatto Cardinale Diacono di S.Maria in Cosmedin da Innocenzo i nzo III) Lamministrazione comunale ed il controllo politico sono ulteriormente convalidati da due lettere: la prima dInnocenzo IV de 1245, la seconda da Urbano IV del 1264. Con la prima il Papa infornò i Viterbesi della nomina di Scambio a Vescovo di Viterbo; la stessa comunicazione fu rivolta al Clero , al Podestà , al Consiglio ed al popolo di Cencelle. Con la secondaUrbano IV invitò i Comuni fedeli alla Chiesa ad opporsi al tentativo di Manfredi , figlio di Federico II , dinvadere lo Stato della Chiesa, con laiuto di Pietro di Vico; tra i Comuni destinatari della missiva figura anche Cencelle. Nel 1287, con decreto di Lituardo,Vicario spirituale del Patrimonio, venne nominato un Commissario nelle terre di Cencelle,Civitavecchia,Tarquinia,Tolfa Vecchia e Tollfa Nuova. Il 25 novembre 1290 Nicolò V nominò suo Vicario presso Cencelle e Montecocozzone il suo famigliare Frate Paolo dellOrdine dei Templari. Il gennaio 1291 venne firmato un trattato mediante il quale il Comune di Cencelle veniva esentato dalla giurisdizione del Patrimonio con lobbligo però di pagare annualmente alla <chiesa un censo di 50 libbre di paparini. Il pagamento del censo è documentato sia nel 1299 e sia nel1302.Lesezione non dovette essere applicata durante il trasferimento della Sede papale ad Avignone (1305) operato da Clemente V. Con il trasferimento iniziò la serie de Rettori,quasi tutti francesi, per lamministrazione del Patrimonio di S.Pietro. Il 2 mmarzo 1306 Clemente V affidò il Rettorato al suo famigliare Amanevo de Lebreto (settimo di tal nome).Allo stesso concesse la facoltà di disporre della nomina dei Castellani e Rettori di alcuni luoghi del Patrimonio, revocando ogni altra precedente autorizzazione. Tra i luoghi a disposizione del Rettore figura anche Cencelle. La giurisdizione diretta della Chiesa su Cencelle si ricava dalla relazione che fece Guitto Farnese, Vicario del Rettore, nel periodo compreso tra il 29 settembre 1319 ed il 2 giugno 1320. La relazione èdiretta a Giovanni XXII ed è precisato che la città di Cencelle è soggetta alla <chiesa e paga annualmente il censo di 5° libbre di paparini. IL pagamento dello stesso censo è ripetuto sia nel 1352 e sia nel 1356.
SOTTOMISSIONE A CORNETO
Se dunque Cencelle risulta sotto la giurisdizione della Chiesa, è altrettanto documentato che si era messa al vicino Comune di Corneto forse allo scopo di garantirsi una copertura militare. Il primo atto di sottomissione non è riportato, ma è probabile che risalga al XII secolo, al tempo cioè dellerezione a Libero comune di Corneto , certamente prima della sottomissione al Comune di Viterbo. Forse avvenne un tentativo di svincolarsi o forse una repressione, di fatto nel 1303 il Vicario Generale del Patrimonio assolse il Comune di Corneto dalle condanne inflitte per i danni arrecati a Tarquinia,Tolfa Vecchia e Cencelle. Per rinnovare latto di sottomissione, il2 agosto 1307 il Sindaco di Cencelle,maestro Leone, giurò il sequitamento nelle mani dei rappressentanti del Comune di Corneto. Il Sindaco di Cencelle promise, tra laltro,che gli abitanti di Cencelle avranno per amici gli amici di Corneto e per nemici i nemici e che alla vigilia della festa di <s.<maria dagosto, offriranno un cero di 100 libbre. Il Sindaco di Corneto promise di difendere il popolo ed il comune di Cencelle da ogni nemico ad eccezione della l Chiesa, del Capitano del Patrimonio e del popolo romano. allatto formale della presentazione del cero avvenne il 14 agosto alla presenze e con il consenso del notaio Gepzio di Egidio, in rappresentanza di Matteo di Bonifacio Vitelleschi, Castellano di Corneto in Cencelle. La sottomissione di Corneto è ulteriormente testimonianza nel 1362. E del 30 di agosto latto formale col quale il Consiglio generale speciale di Cencelle incaricò il Sindaco accompagnare ai rappresentanti del Comune d i Corneto il cero di 10 libbre in virtù dellofferta che Cencelle soleva fare da tempo immemorabile.
ALCUNE VICENDE DEL XIV SECOLO
Il trasferimento della S.Sede ad Avignone, la discesa del Bavaro e le guerre interne a Viterbo presso cui Faziolo di Vico divenne nel 1330 arbitro della situazione, alimentarono una tale confusione della quale potettero fare buon uso i briganti tanto che il Patrimonio era infestato da ladroni. Il Castellano di Cencelle, in una sola volta ne prese sette che portò a Montefiascone dal Notaio Matteo. A proposito di Montefiascone, va registrato che nel 1349, cioè dopo la nota peste, alcuni signori di Montefiascone locarono a Tommaso Ione di Cencelle alcunifondi rusticisituati presso Cencelle . Lo stesso Ione fu autorzzato a castellare Tolfiziole (La tolficciola, un modesto colle situato tra Tolfa Vecchia e Tolfa Nuova). Innocenzo VI, con lintento di riformare lamministrazione della Chiesa,nominò suo Legato Vicario Generale in Italia il Cardinale Egidio Albornoz. Nellaprile 1354 caddero ad una ad una le città del Patrimonio edil18 maggio cadde Corneto. Una volta presa la città il Capitano Salamoncelli chiese allAlbornoz lordine di ritirarsi. LAlbornozdiede lautorizzazione e nel contempo invitò Arturello di Tolfa Vecchia al quale aveva scritto a porre, per laccerchiamento di Corneto, due squadre di cavalieri presso Cencelle e Montalto pro dampnificando Cornetanos. Dopo lazione dellAlbornoz, il Campidoglio tentò dimporre le proprie forze sulle terre del Patrimonio inviando le milizie romane . Quando le milizie, al comando di Rainaldo Orsini, si avvicinarono a Sutri (giugno 1357 il Rettore del Patrimonio invitò le seguenti città a stare allerta e fare buona custodia :Tuscania,Corneto,Cencelle, Bomarso , Bassano e Bassanello. Lanno successivo, il Rettore del Patrimonio impose agli abitanti di Cencelle di ripararsi presso Corneto per timore dellavvicinarsi della Compagnia di ventura di Anichino di Bongarden che stava al servizio della Repubblica di Perugia contro la Chiesa. Il timore fu infondato il danno invece venne dal ritorno delle milizie romane che,il13 giugno 1360 devastarono le terre di Corneto, Gallese, Bassanello e Cencelle. Il giorno seguente le stesse milizie animali di Corneto e Cencelle e che poi condussero a Civitavechia dove si organizzarono per nuove azioni. Nel caos politico in cui versava il Patrimonio durante il periodo avignonese, nel luglio 1362, estorse al Sindaco di Cencelle quattro fiorini, asserendo falsamente di essere stato inviato dal Giudice dei malefici per certe inquisizioni.
LA POPOLAZIONE
Conoscere o stabilire quale fosse il numero degli abitanti di una città medievale vissuta per diversi secoli e attualmente ridotta a ruderi di mura e di torri, è quasi impossibile.Tuttavia con laiuto di due documenti si tenterà almeno di di dare unidea proponendo al riguardo una base di studio. E probabile che il XIII secolo sia stato quello demograficamente più intenso, pertanto è di questo periodo il primo documento che permette la relativa indagine. Allatto formale del 29 settembre 1220 col quale il Comune di Cencelle vendette al Comune di Viterbo i suoi diritti patrimoniali, parteciparono, tra gli altri,un maestro,un calzolaio, dei fabbri,alcuni addetti ai molini ed altri alle osterie. Un totale di circa 200 persone che certamente non comprendeva lintera popolazione non figurando nellelenco donne e bambini ; forse erano i capifamiglia. Moltiplicando il numero dei Partecipanti per 5 (= ad un totale di una famiglia media) si perviene ad un totale di 1.000 corrispondente alla presunta popolazione presente nel XIII secolo. Laltro documento che permette di indagare sulla popolazione è del XV secolo e si tratta del registro del sale e del focatico edito dal Tomassetti che,, secondo il Pardi, è una copia di un originale redatto tra il 1422 ed il 1424. Dal registro risulta che Cencelle veniva tassata per15-10 rubbia semestrali di sale equivalenti a 3.390-2.260 chili annuali. Dividendo la quantità annuale per 7 (= consumo individuale annuo) si perviene ad una popolazione oscillante tra 300 e 500 abitanti. Sarà stata questa la reale popolazione di Cencelle ? Di cero nei secoli iniziali la città è più densamente popolata; dopo la metà del XIV secolo si avverte una certa diminuzione dovuta forse alla peste del 1348 e/o al terremoto dell’anno successivo ;dal XV secolo Cencelle è ridotta ad una tenuta agricola che e lentamente andrà spopolandosi.
VITELLESCHI,DI VICO E ANGUILLARA
Il benedettino Urbano V (forse nel 1368 quando si recò a Montefiascone) concesse alla Mensa Episcopale di Montefiascone i redditi ed i proventi agricoli di Cencelle.Due anni dopo,prima di partire per la <Francia dove morirà,nominò Castellano di Cencelle Giovani Conte di Cerchiano. Il Papa ancora ad Avignone ed i soprusi del potere ecclesiastico, nel 1375 fecero scoppiare una ribellione nazionale alimentata e condotta dalla Repubblica di Firenze. Nel Patrimonio di S.Pietro il Prefetto Francesco di Vico aderi alla politica fiorentina mentre il cornetano LUDOVICO Vitelleschi si pose a paladino del papato. L11 settembre 1376 Gregorio XI,per dimostrare la sua gratitudine per la difesa di Corneto assediata dal Prefetto, concesse al Vitelleschi il godimento dei beni confiscati ad alcuni ribelli. Due giorni dopo il Papa parti da Avignone ed il 5 dicembre sbarcò a Corneto da dove si diresse, per via mare,a Roma. Durante le fasi dello sbarco il Papa fu aiutato dal Vitelleschi e molestato da Francesco di Vico. Per laiuto prestato, il 7 febbraio 1377 Gregorio XI concesse a Ludovico Vitelleschi i redditi ed i proventi agricoli di Cencelle per un valore di 15° fiorini lanno, revocando la precedente concessione di Urbano V. Cencelle dovette poi pervenire a<<Giovanni Sciarra di Vico, cugino di Francesco. Lo si deduce dal trattato del 5 marzo 1392 tra il Campidoglio e Bonifacio IX dove è detto che i beni del Di Vico vengono assegnati alla giurisdizione del Campidoglio, ad eccezione di VIterbo, Orchia e Cencelle che vengono assegnati alla giurisdizione della <chiesa. Cosi anche Cencelle venne a far parte dei beni del Di Vico e col trattato ritornava alla Chiesa. Per la Chiesa, nel 1394 si trova Castellano di Cencelle Francesco dellAnguillara che vi teneva un custode in suo nome. Col mutare degli eventi politici e militari, nel 1396 Bonifacio IX fu costretto a cedere a Giovanni Sciarra di Vico : Orchia e Cencelle per un simbolico censo annuo.
TARTAGLIA, DI VICO E VITELLESCHI
Soprattutto a causa dello scisma, il Patrimonio di S.Pietro era percorso e funestato dalle cosiddette Compagnie di ventura che si ponevano al soldo dei personaggi più prestiigiosi dellepoca. Tra i più celebri Capitani di ventura vanno ricordati : Paolo Orsini, Sforza dAttendolo, Gentile d Monterano, Braccio da Montone e Angelo Broglio da Lavello detto il tartaglia. Il Tartaglia era Capitano di Braccio, nonché comandante in capodellesercito di Ladislao Re di Napoli. Con questultima qualifica nel 1413 favori lentrata in Roma del Re di Napoli : Nello stesso anno il Tartaglia simpadronii di Cencelle. Nel 1414Gregorio XII gli riconobbe Tuscania e Cencelle. Nel perdurare dello scisma il riconoscimento di Cencelle avvenne anche da parte di Giovanni XXIII nel 1415 assieme Tuscania, Canini e Sipicciano per il censo di unius asturis. . Lo scisma si chiuse con la nomina papale di Martino V (un Colonna) che nel 142° portò il Tartaglia al soldo del Chiesa riconoscendogli Cencelle. Ma lanno successivo il Tartaglia , che aveva restaurato le vecchie fortificazioni , mori ammazzato ad opera dello Sforza, quindi Cencelle tornò alla Chiesa. Cencelle dovette poi ritornare nelle man dei Di Vico ( Giacomo di Vico ) per il quale fu fatale lalleanza di Eugenio IV con Giovanna II Regina di Napoli. Infatti nellinverno 1431-32 lesercito pontificio comandato dal cornetano Giovanni Vitelleschi recuperò per la Chiesa diversi luoghi tra cui Cencelle. Dopo la tragica morte di Giacom0 di Vico , ucciso della Rocca di Soriano nel 1435, Eugenio IV istituii nel 1436 la Diocesi di Corneto con Montefiascone, separandola da quella di Viterbo-Tuscania. In quelloccasione Eugenio IV confermò alla mensa episcopale i proventi agricoli di Cencelle aggiungendo quelli di S.Maria del Mignone e S.Savino. Sorsero delle liti, cosi il 13 febbraio 1451 Nicolò V ripristinò Bartolomeo VItelleschi , Vescovodella Diocesi di Corneto e Montefiascone, nel possesso dei proventi agricoli di Cencelle, S.Maria del Mignone e S.Savino con pieno godimento d frutti , redditi, pascolo e altri diritti usurpati per la milizia dei tempi.
LA TENUTA AGRICOLA
Intorno al 1460 iniziò lindustria dellallume (probabilmente le prime estrazioni furono eseguite nelle vicinanze di Cencelle) sollevando interessi economici e politici prima a livello locale, poi nazionale ed europeo. Tra gli episodi locali più rilevanti va registrata la guerra dellagosto 1468 tra Paolo II ed i Signori di Tolfa Vecchia. Pochi mesi più tardi, il 10 dicembre,lo steso Papa concesse a Vianesio protonotario bononiensis le seguenti tenute: Terzolo, Monteianna ( ?), S.Maria del Mignone, Cencelle e Monte Romano. E evidente quindi come Cencelle sia ridotta a tenuta agricola ma pur sempre un territorio appetibile in quello straordinario momento dellindustria dellallume in cui cera assoluto bisogno di enorme quantità di legname per alimentare le fornaci e per soddisfare la necessità almentare dellingente numero di addetti allindustria. Per cui ogni più piccolo appezzamento di terra veniva utilizzato, disciplinato e finalizzato. Cosi, a seguito di una supplica dei cornetani, il 23 aprile 1512 Giulio II concesse loro il permesso di far pascolare le pecore bianche o nere( dette mungane) nel territorio oltre il fiume Mignone, ma soltanto fino ai confini di Civitavecchia, Cencelle e Ancarano. Il territorio di Cencelle interessò anche la famiglia dei Farnese che è forse identificabile con quella lilia gens trascritta sulla lapide che si trovava allingresso del Castello di Tolfa Vecchia ed ora giacente presso il Museo Civico di Tolfa. Lesponente più prestigioso di casa Farnese è stato senzaltroAlessandro Farnese, fatto Cardinale da Alessandro V e divenuto Papa nel 1534 col nome d Paolo III. Oltre allo stemma che campeggia sotto la tettoia di un muro del Borgo chiamato La Farnesiana, nel 1506 è documentato il Cardiinal Farnese : in un accordosullappalto dellallume tra Agostino Chigi e Giacomo Migliorini ,Vannino dAntonio e Giovanni dAntonioè detto che se chaso venisse che per il Cardinale Farnese o altri violentemente armata mano fusse fatto danno ala lumiera dela Ternità ( La Trinità) o a laltre lumiere....Cioè si teme un intervento militare di Alessandro Farnese o daltri che evidentemente erano interessati allindustria dellallume o quanto meno al suo territorio. Non casualmente nel 1532 la Camera Apostolica affittò la tenuta di Cencelle al Cardinale Alessandro Farnese. Non casualmente nel 1537, sotto Paolo III, la Camera Apostolica vendette al figlio del Papa, Pierluigi Farnese, la tenuta di Tolfa Nuova. Non casualmente nel portico di Palazzo Farnese a Caprarola è dipinto lo stemma ( la torre a tre piani) di Tolfa Vecchia. Sono tutte circostanze che testimoniano il ruolo storico svolto dalla famiglia Farnese sui Monti della Tolfa. Per ritornare direttamente a Cencelle, nel 1561 fu alienata dalla Camera Apostolica . La Mensa Vescovile di Corneto e Montefiascone rivendicò i propri diritti sulla tenuta per cui si pervenne ad una vertenza giuridica con la Camera Apostolica. Nel 1578, tra i capitoli dellappalto dellallume concesso a Bernardo Olgiati eGio.Francesco Ridolfi, è detto : La Camera Apostolica sia obbligata fare che il Vescovo di Corneto affitti fino di adesso alliAppaltatori tutta la tenuta diCincelli per il medesimo prezzo che saffitta hoggi, né si possa scusare con dire che promette il il fato daltri. Il 6 febbraio 1582 Gregorio XIII risolse la vertenza tra la Camera Apostolica ed il Vescovo di Corneto e Montefiascone sulla tenuta di Cencelle che veniva compresa nellappalto dellallume. Con apposito breve venne decretato che la tenuta di Cencelle apparteneva alla Camera Apostolica. Nel 1780, nella suddivisine dei terreni in comunali (di Tolfa), camerali annessi allappalto delle Allumiere e camerali annessi allappalto della Dogana del Patrimonio, la tenuta di Cencelle è elencata tra i beni camerali annessi allappalto delle Allumiere. Assieme a Cencelle facevano parte delle tenute camerali : Bandinella, Monte Sassetto, Piano di Gallo, Puntone di carnevale, Monte S.Angelo, Casale, Campo della mola, Campo dasco,Campo sicuro, Campo reale, Campo sallustio, S.Maria del Mignone, Campo riccio, Monte rotondo, Montigiana, Puntone dasco, Puntone S.Angelo, Puntone di Ridolfo, Prati delle bufale, Poggio vivo, Spizzicatore, Spinacceta, Prati di S :Maria,Prati della mola, Montecocozzone, Palano, Quarto delle bufale eSelvato. Cioè un complesso di tenute che, tolte alcune e con laggiunta di altre, andrà a formare il patrimonio comunale di Allumiere. Col declinare dellindustria dellallume, nel 1826 il Paese di Allumiere ottenne lautonomia comunale. Le fabbriche di allume furono convertite in attività agricole, ma la crisi era cosi profonda che nel 18311 furono vendute le prime tenute. Nel 1836 la Camera Apostolica, tramite il Tesoriere Mons. Antonio Tosti ( che darà il nome alla cava Tosti) vendette al Monte di Pietà altre tenute agricole tra cui quella di Cencelle. Attualmente la tenuta di Cencelle è sotto la giurisdizione politica e territoriale del Comune di Tarquinia. E idi proprietà del Signor Pio Stendardi che lha acquistata dalla Marchesa Carolina Sacchetti.
TRATTO DA BOLLITTINO N.25 DELLANNO 1996 della S.T.A.S.
CENCELLE ( antica CENTUMCELLAE E LEOPOLI)
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