Giuseppe Cola Giuseppe Cola
 

I Licini e La Massa Liciniana

Probabilmente  i Licini discendono da un Licinio che fu  liberto di Augusto. Furono rinomati per le loro enormi ricchezze come testimonia Giovenale  nella satira XIV,3°5 :<<....dispositis praedives ami vigilare cohortem servorum noctum Licinus iubet ,otonitus pro electro signisquae suis Phrigia quae colomna,atquae eborre et lata testudine>> ( il ricchissimo Licino, di notte, tiene sempre una coorte  di servi coi secchi in mano, ansioso per la sua ambra, le    statue, le  colonne di Frigia, i suoi avori, e le sue  due  grandi  tartarughe). I  Licini vantano personaggi illustri che hanno preso parte attiva nella storia di Roma. Annoverano anche due Imperatori : Licino Valeriano  e suo figlio  Publio Licino Gallieno. Valeriano regnò per brevissimo  tempo mentre Gallieno, divenuto Imperatore nel 253, regnò  per 15 anni. Gallieno combattè  vittoriosamente  contro iSarmati, popolazioni provenienti dal nord. Vietò ai Senatori il servizi militare, fu ucciso dai  suoi legionari. Presso  CastroNovo ( odierna  Torre Chiaruccia)  sono state recuperate due  epigrafe dedicate  una   all’Imperatore Gallieno, l’altra a Publio Cornelio Licino Valeriano. LA MASSSA  LICINIANA--  La massa liciniana, che trae la sua origine in epoca romana, consiste in un insieme di fondi tra loro confinanti, ed è accompagnata dal nome della famiglia proprietaria dell’intero fondo  o del più importante. Nel caso in esame  la  massa liciniana  prende il nome dalla famiglia dei licini che l’ha gesta forse più a lungo. Anche altre famiglie patrizie  , che erano imparentate con quella imperiale, hanno gesto la massa liciniana  come la  Seja  e la Domizia. Oltre ad essere costituita da vari latifondi chiamati  praedia liciniana, doveva comprendere  anche una  fabbrica di laterizi, con il tegolarium cioè il luogo  in cui venivano depositati i manufatti della fabbrica stessa. Le documentazioni non consentono ancora di  identificare completamente la  massa liciniana né di determinare con precisione la sua estensione, tuttavia  la probabilità più concreta   è che fosse localizzata  nell’entroterra pirgense nei pressi  dell’attuale  Pian Carcari  fino   il fosso di  Rio-fiume, in un territorio allora comprendente  la romana CENT UMCELLAE (odierna Cvitavecchia). Di maggiore produttività della fabbrica va dal II al III   se. d .C. quando cioè è maggiore ‘incremento  urbanistico e demografico di Civitavecchia  e più agevoli erano le condizioni all’interno dell’Impero. L’importanza della   massa liciniana dovete diminuire, se non addirittura scomparire, a seguito delle incursioni barbariche ed al conseguente crollo dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.). Dopo l’incoronazione di Teodorico a Re d’Italia (491  d.C.)  e alla nascita della dominazione Ostrogota l’intera penisola ebbe una rinascita economica che   fece seguito  a decenni d’invasioni, guerre e pestilenze. E’ in tali disordini che,su ordine del Re Teodorico, l’allora Primo Ministro Cassiodoro, rivendicò l’intera  massa liciniana che evidentemente era considerata  di dominio statale. Emise un Editto col quale  l’espropriava a privati occupanti e la riattivava   la produzione  di25.000 tegole e mattoni all’anno occorrenti per le riparazioni della mura di Roma. Dopo che la chiesa, da semplice gestore di fondi si era trasformata una vera e propria entità politica e amministrativa (VII-VIII),  i Papi avocarono  tutti i beni di dominio statale situati nel Patrimonio Sancti Beati Petri. Cosi anche e’ il documento dell’854  in cui Leone IV concesse al monastero di  S.Martino , presso cui aveva studiato, i beni che possedeva  il Monastero di S.Sebastiano nel territorio  di  Centumcellae tra essi la chiesa  con l’annesso Oratorio di S.Lorenzo : Massa quae appellaturLiciniana, qui et Genufluvio (odierno Rio-fiumenuncupatur , in qua est  Oratorium S.Laurentii. cum  fundum  qui dicitur Casaria, cum omnibus  ad euendem generaliter pertinentibus, positam   in territorio Centumcellensi. Con questo documento  termina la menzione della massa liciniana , il  cui nome scompare probabilmente  a seguito delle incursioni  saracene e l’inevitabile spopolamento di tutta  la costa  laziale  a nord di Roma.

Tratto da .BOLLETTINO  Dell’anno 1977, S.T.A.S.,numero XXVI.

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