Premesso quanto sopra passiamo alla determinazione delle sezioni.
Costituzioni delle Sezioni
TAGLI »A ESEGUIRSI NEL PERIODO DI TRASFORMAZIONE
|
Ripartizione dei boschi
in sezioni |
Superfici parziali
Ha. a. e. |
Superficie totale
Ha. a. e. |
Età attuale
Del bosco |
Età del bosco all’
epoca del taglio |
Assortimenti
Ricavati nel turno decorso |
1 |
Triennio 28-29-30 (1)
Sbalzi
Morre
Monte Acquatosta
Lascone e Poggio del finocchio |
21
22
284
77 |
18
64
19
50 |
18
28
12
-- |
045 |
51 |
48 |
15
13
12 |
15
13
12 |
Carbone p.320
» p.480
» p.10500
» p.3200 |
- (1) Con la dicitura: triennio 28-29-30. intendiamo comprendere le stagioni silvane 27-28, 28-29, 29-30. In modo identico vanno interpretati gli altri trienni.
|
2 |
Triennio 31-32-33
Sbroccatì
Quartaccio |
83
256 |
17
46 |
80
42 |
339 |
64 |
22 |
10
9 |
12
14
11-13 |
» p.3500
» p.12000 |
3 |
Triennio 34-35-36
Prima zona Monti S. Caterina
Seconda zona Monti S. Caterina |
203
202 |
30
07 |
77
50 |
405 |
38 |
27 |
8
7 |
13-15
12-14 |
» p.8000
» p.8000 |
4 |
Triennio 37-38-39
Montagna e Fossacupo |
369 |
68 |
20 |
369 |
68 |
20 |
5 |
13-15 |
» p.16000 |
5 |
Triennio 40-41-42
Monte Acetino
Monte Palarese, Ascetta Alta
Punton di Spadi
Soline di Monte Iannee Cerrobuco
Totale Ha. |
92
147
90
|
42
84
34
|
20
02 |
1850 |
82 |
39 |
5
5
3 |
16-18
16-18
14-16 |
» p.8160
» p.8160 |
A questo punto — annata silvana 1942-43 - il piano economico dei tagli diventa definitivo con turno di anni 12-15.
Giova notare che qualora si volesse procedere alla divisione in tre particelle, della superficie boscata compresa in ogni sezione si potrebbe operare nel seguente modo (piano definitivo):
1° Sezione
Anno 1° - Sbalzi, Morre, Lascone e Poggio del Finocchio |
Ha. |
121.32.36 |
Anno 2° - Prima zona Monti Acquatosta . |
Ha. |
142.09.56 |
Anno 3° - Seconda zona Monti Acquatosta |
Ha. |
142.09.56 |
2° Sezione
Anno 1° Sbroccati |
Ha. |
83.17.80 |
Anno 2° - Prima zona Quartaccio |
Ha. |
83.17.80 |
Anno 3° - Seconda zona Quartaccio |
Ha. |
128.23.21 |
3° Sezione
Anno 1° - Prima zona Monti S. Caterina |
Ha. |
135.12.76 |
Anno 2° - Seconda zona Monti S. Caterina |
Ha. |
125.12.75 |
Anno 3° - Terza zona Monti S. Caterina |
Ha. |
135.12.75 |
4° Sezione
Anno 1° - Prima zona Montagna e Fossacupo |
Ha. |
123.22.40 |
Anno 2° - Seconda zona Montagna e Fossacupo |
Ha. |
123.22.40 |
Anno 3° - Terza zona Montagna e Fossacupo |
Ha. |
123.22.40 |
5° Sezione
Anno 1° - Monte Palarese e Ascetta Alta |
Ha. |
127.84.20 |
Anno 2° - Monte Acetino e Punton di Spada |
Ha. |
102.42.00 |
Anno 3° - Saline di Monteianne e Cerrobuco |
Ha. |
93.34.02 |
Oltre ai previsti tagli nei boschi di proprietà, l'Università Agraria utilizzerà, nella tenuta affittata di S. Severa, le seguenti zone boscate a ceduo matricinato, nelle date previste dal contratto.
Monte Grandi ettari 121.99.44 — Monte Fagiolano ettari 295.74.40 - Monte Rosso ettari 240.29.20 --- Pozzo di Ferro ettari 240.29.20 L'affitto della tenuta di S. Severa scade nel 1943.
Coordinamento fra il taglio dei boschi ed il pascolo del bestiame brado
E' noto che un ettaro di pascolo, in buone condizioni, può essere sufficiente per un capo grosso, senza che questo gravi eccessivamente sul pascolo; mentre necessitano, per un capo grosso, da 2 a 3 ettari di bosco.
Nel nostro caso, abbiamo disponibili ettari 732 di pascolo permanente ed oltre i 3/5 della superficie boscata; in più il bestiame può usufruire in parte dei pascoli lasciati liberi dal bestiame ovino, e delle mezzagne falciative. Complessivamente possiamo ritenere che i terreni di proprietà dell'Università Agraria possono mantenere, senza pregiudizio, da 1.500 a 1600 capi di bestiame grosso. Poiché la quantità complessiva di bestiame degli utenti della Università Agraria ascende a capi 2550, è logico che la quantità di bestiame eccedente i 1600 capi, dovrà trovare posto nelle tenute affittate.
L'Ente Universitario ha finora provveduto a questo superiore bisogno coll'affitto delle tenute di S. Severa, di Rota e di altri numerosi appezzamenti di proprietà privata. Se questi affitti venissero a mancare, occorrerebbe sottrarre dai riposi, ora affittati alle pecore, una quantità congrua di superficie da assegnarsi al pascolo del bestiame grosso. Maggiori possibilità possono derivare dal miglioramento dei pascoli esistenti, come già avemmo modo di proporre, nonché dalla costituzione di prati falciabili opportunamente scelti.
Abbiamo già dato l'elenco degli appezzamenti destinati permanentemente al pascolo del bestiame grosso; dovremo ad esso elenco apportare, come vedremo, qualche piccola modificazione onde meglio coordinare l'esercizio del pascolo nelle larghe, con quello nei boschi.
In base al proposto piano dei tagli, nel primo triennio potranno essere usufruiti per il pascolo del bestiame i seguenti boschi: Monti S. Caterina, Soline di Monteianne e Cerrobuco, Monte Palarese e Ascetta Alta, Punton di Spadi, Montagna, Sbroccati, Monteacetino.
Nel secondo triennio i boschi: Cerrobuco e Soline di Monteianne, Monti S. Caterina, Monte Acetino, Monte Palarese, Punton di Spadi, Montagna e, nel secondo e terzo anno del triennio, i tagli del primo triennio che hanno compiuto quattro anni.
Nel terzo triennio i boschi: Cerrobuco e Soline di Monteianne, Monte Acetino, Monte Palarese ed Ascetta Alta, Punton di Spadi, Montagna, Morre, Lascone, gli Sbalzi, gli Sbroccati, Poggio del Finocchio, i Monti dell'Acquatosta; al secondo e terzo anno del triennio, potranno adibirsi al pascolo i tagli che, come sopra, hanno compiuto quattro anni di età. Notiamo che occorre lasciare lo Spargeto a pascolo, per permettere al bestiame il passaggio fra i Monti dell'Acquatosta ed il pascolo permanente della Pantanelle.
Nel quarto triennio i boschi: Cerrobuco e Soline di Monteianne, Monte Acetino, Monte Palarese e Ascetta Alta, Punton di Spadi, Monti Acquatosta, Lascone, Morre, gli Sbalzi, gli Sbroccati, Poggio del Finocchio, il Quartaccio nonché, come sopra, i tagli del terzo trienno che hanno raggiunto quattro anni di età,.
Nel quinto triennio i boschi: Monte Acquatosta, Lascone, Morre, Monti S. Caterina, Quartaccio, gli Sbalzi, gli Sbroccati, Poggio del Finocchio, e nel secondo e terzo anno del triennio, i tagli del triennio precedente che hanno raggiunto quattro anni di età,.
In quest'ultimo triennio, la zona pascoliva annessa ai boschi Monte Acetino, Monte Palarese e Ascetta Alta, segnata in pianta con i numeri 30 e 41, dovrà spostarsi al numero 39. Il 30 ed il 41 dovranno essere seminati, in modo da costituire una zona di protezione intorno ai boschi.
*
* *
Per la protezione dei giovani tagli, l'Università Agraria spende attualmente circa 70000 lire annue in siepi. Noi riteniamo più economico e conveniente, che l'Università abbandoni il sistema delle siepi sempre poco efficace e, con la somma predetta che può essere portata per qualche anno alle lire 100.000 inizi la costruzione di muri a secco intorno alle proprietà boschive. Nei primi anni la somma di L. 100.000 per sopperire alle necessità immediate, potrà essere divisa in due quote di L. 50.000 ciascuna; con una di essesi continuerà a provvedere alle siepi necessarie; con l’altra, si inizierà la costruzione di muri a secco.
Con questo sistema si otterrà il duplice scopo di liberare dai numerosi sassi, che li ricoprono, i terreni seminativi e pascolivi, e di creare un mezzo di protezione più efficace che, una volta costituito, richiederà una relativamente lieve spesa di manutenzione (1). La spesa di manutenzione dei muri a secco, si fa ascendere a centesimi 10 per metro lineare, cioè a L. 100 per Km. Complessivamente, sugli 80 Km. di chiudendo L. 8000 annue.
Con le 100.000 lire sarà possibile costruire ogni anno in base a prezzi domandati nella regione circa 5000 metri lineari di muro a secco dell'altezza di m. 1,50 e dello spessore di cm. 50-60
Prima di chiudere 1'argomento, riteniamo opportuno raccomandare all'Ente Universitario, in modo particolare, il miglioramento dei pascoli così intimamente connessi alla conservazione dei boschi. Sarà così possibile, ed anche opportuno, iniziare il graduale passaggio ad una forma meno brada di allevamento del bestiame, con un migliore disciplinamento dell'esercizio del pascolo, con la costruzione di ricoveri, con la raccolta la conservazione in posto e l'utilizzazione delle paglie per sopperire alla deficenza dei foraggi, con un migliore adeguamento del carico del bestiame alla potenzialità foraggiera dei pascoli e dei boschi.
Chiudiamo questo lavoro, affermando che ad esso ci siamo accinti col maggiore entusiasmo, solo preoccupati di portare un modesto contributo per un migliore avvenire dell'Ente Universitario, dal quale dipende, in gran parte, il benessere economico della popolazione di Tolfa.
Obiezioni mosse al presente piano dall' Ente interessato e chiarimenti forniti
L' Università Agraria di Tolta muoveva al presente piano alcune obiezioni specie nei riguardi della lunghezza del turno, sembrandole poter dimostrare come il turno di anni 9, già adottato, risultasse più conveniente di quello di anni 12-15 proposto.
A questa ed altre obiezioni, a noi rese note attraverso 1'Autorità forestale cui il nostro piano era pervenuto, ribattevamo, con le seguenti argomentazioni che, perché completano o chiariscono alcune parti del piano di riordinamento, riteniamo opportuno riportare in parte:
Per la determinazione del turno finanziario, i rilievi dovrebbero essere eseguiti nello stesso appezzamento boscato od in appezzamenti trovantisi nelle stesse condizioni di fertilità di specie legnosa e di posizione di fronte al mercato, per diverse età; ciò non è stato possibile fare per i boschi che ci interessano, anche perché ci sono mancati precisi elementi sui tagli precedentemente effettuati; quindi siamo dovuti ricorrere a dati rilevati in circostanze presumibilmente simili e, specialmente, a considerazioni di vario genere che qui di seguito esporremo:
Premettiamo che nei boschi oggetto del piano economico, come del resto già rilevammo bosco per bosco, si utilizza solo il carbone, mentre il frascame resta inutilizzato nel bosco. E' già questo un fatto che ci spinge all'allungamento del turno perché, col crescere della età, viene a diminuire la percentuale di frascame e ad aumentare la percentuale di materiale legnoso idoneo alla carbonizzazione.
Nel caso nostro, prolungando il turno dai 9 ai 12 anni, — sia per il normale incremento della massa legnosa, sia per il passaggio di notevole quantità di frascame (inutilizzabile) allo stato di legna carbonizzabile - si ottiene un aumento di massa utile, che può ritenersi pari alla metà circa della massa relativa al turno novennale. Ciò è pienamente confermato dai boscaioli pratici della regione,
I timori avanzati dall'Ente, che cioè un aumento di tre anni nel turno dei cedui possa portare ad una diminuzione di pregio nella qualità del carbone ed al conseguimento di minor prezzo di macchiatico, ci sembrano del tutto infondati per le seguenti ragioni:
a) Il carbone ritraibile da un bosco, sia pure fertile e con clima marittimo, di anni 12, deve ritenersi per numero di calorie e per durata di combustione, simile se non superiore al carbone ricavato da un ceduo di anni 9.
b) Occorre minor lavoro per l'abbattimento l'allestimento del materiale legnoso e la formazione delle carbonaie.
c) Il rendimento delle carbonaie risulta maggiore.
Esaminando poi il problema dell'allungamento del turno dai 9 ai 12 anni, dal punto di vista del pascolo, diremo che mentre con un turno dodecennale ammesso un riguardo del pascolo, dopo il taglio, di anni 4 - restano a disposizione del bestiame 1200 ettari di bosco, con un turno novennale ne resterebbero liberi solo 1000. Ai 200 ettari di bosco in meno, occorrerebbe provvedere — come ha dichiarato lo stesso Commissario dell'Ente — con altro terreno pascolivo, sottraendolo dalla zona normalmente affittata per il pascolo ovino.
Per la sostituzione, occorrerebbero un centinaio di ettari di pascolo con una perdita, per mancato affitto, che può ritenersi si aggirerebbe, in media, intorno alle L. 20.000. Le lire 20.000 di minor incasso, ripartite per la superficie totale dei boschi, porterebbero ad un minor reddito annuo, per ettaro, di L. 11,10. Con un turno dodecennale cioè si avrebbe un maggior reddito a fine turno, nei confronti del turno novennale, di L 176,70.
Sulla scorta dei precedenti rilievi, procedendo ad un sommario calcolo economico riferito ad un ettaro di ceduo, del patrimonio in esame, utilizzato con turno novennale e con turno dodecennale, avremo:
Turno novennale di un ettaro di ceduo (rovere e cerro). Incremento medio mc. 3.
Massa cubica legnosa carbonizzabile mq. 27 = q. 43,2 di carbone; q. 43,2 a L. 15 (macchiatico) = L. 648.
Turno dodecennale di un ettaro di bosco simile al precedente. Incremento medio mc. 3,2.
Massa cubica legnosa carbonizzabile mc. 38,4 = q. 61,45 di carbone; q. 61,45 a L. 15 (macchiatico) = L. 922.
Alle L. 922 occorre aggiungere L. 176,70 relative al maggior introito per il pascolo, come precedentemente calcolate.
Abbiamo così complessive L. 1098,70 di fronte alle L. 922 del turno novennale. Possiamo ora stabilire che, in anni 36, mentre si hanno 4 turni novennali, se ne hanno 3 dodecennali.
Facendo nell'uno e nell'altro caso le accumulazioni al trentaseesimo anno, adottando il saggio del 4 %, avremo: (1) Abbiamo scelto un saggio sensibilmente più basso degli impieghi più sicuri (cartelle del consolidato ecc). Ci si potrebbe forse obiettare che siamo scesi troppo al disotto degli impieghi di prim'ordine (5 % in media); ma noi, senza ingolfarci in una discussione qui fori posto, diremo che, per la nostra dimostrazione, una differenza anche sensibile nel saggio, non ci porterebbe sostanzialmente a conclusioni diverse.
Con il turno novennale: 648 1.04-1 = L. 4741
-9
1.09-1
-36
Con il turno dodecennale: 1098 1.04-1= L. 5617
12
1.04-1
Dal che si vede che ragioni prettamente economiche ci fanno preferire il turno dodecennale al turno novennale; ma altre considerazioni di carattere tecnico-culturale e sociale, non vanno trascurate:
a) Ragioni di carattere tecnico-culturale:
Un turno più breve, porta prima le ceppaie all'esaurimento e ne diminuisce la potenzialità vegetativa; lascia per un periodo più lungo il terreno scoperto all'azione erosiva delle acque che ne depauperano la fertilità; richiede una maggior opera di sorveglianza od espone per un maggior periodo di anni i tagli ai danni del bestiame; aumenta la spesa annua per le chiudende.
b) Ragioni di carattere sociale:
I boschi italiani presentano uno scarso incremento medio a causa, oltre che della cattiva manutenzione, dei turni bassi.
Nell'interesse nazionale, occorre elevare il turno dei boschi e, gli enti morali, debbono assolutamente dare il buon esempio.
Chiudiamo questo argomento, riportando un parere del chiarissimo Prof. Di Telta, che a ciò ci autorizza:
In linea generale i cedui di rovere e cerro non debbono ritenersi maturi per il taglio, fino a tanto che il diametro medio relativo a tutti i polloni del ceduo, non abbia raggiunto i cm. 21 ad altezza di petto.
2. - Per ciò che si riferisce ai pascoli, diciamo che sono stati assegnati permanentemente a pascolo solo i terreni sassosi, fortemente cespugliati, con roccia affiorante ecc.; i quali difficilmente potrebbero, con vantaggio economico, destinarsi alla semina.
Aggiungiamo ch’essi sono stati scelti in modo tale, come rilevasi dal piano di riordinamento e dal tipo planimetrico, da ben coordinare l'esercizio del pascolo nei boschi con le larghe pascolive, allontanando il più possibilmente la minaccia del bestiame dai tagli in riguardo.
Per le necessità colturali al pascolo, facciamo osservare che la rottura del terreno e la semina, ad intervalli più o meno lunghi di tempo, costituisce solo un ripiego dove ciò si rende possibile e conveniente. Questa pratica può essere vantaggiosamente e meglio sostituita, nel caso nostro, da energiche erpicature della cotenna erbosa, da scarificature periodiche ecc. nonché dal miglioramento delle specie erbose mediante semina di appropriati miscugli in occasione delle erpicature e scarificature
3.- Abbiamo omesso di destinare le zone dì terreno per la costituzione, in ogni annata, dei prati falciativi da dividersi fra gli utenti, nell'intendimento di lasciarne ampia libertà all'ente nell’ambito dei terreni pascolivi. Un piano di riordinamento deve forzatamente tenersi sopra direttive generali e non può scendere in particolari di questo genere.
4.- Ci siamo trovati nella necessità di dividere alcuni boschi in zone, allo scopo di stabilire pressoché uguali superfici annue di bosco da utilizzare; ciò per attenerci ai criteri generali dell'assestamento, agli intendimenti dell'autorità tutoria, e nell'interesse stesso tecnico, economico ed amministrativo della Università di Tolfa.
Il sacrificio di una striscia di bosco per la costruzione delle macerie è cosa insignificante di fronte al maggior interesse del riordinamento della proprietà e non può nemmeno acquistare importanza il fatto che l’ente non si preoccupi, come afferma, di avere tagli annui ed incassi annui regolari; al taglio annuo regolare è legato tutto il riordinamanto della proprietà, non escluse le necessità per il pascolo; uno spostamento qualsiasi, farebbe risentire le sue conseguenze sopra tutto il piano di riordinamento.
5.- Per il bosco Sbroccati abbiamo fissato il turno di 12-15 anni per più ragioni: anzitutto perché trattasi di un ceduo misto di castagno ed altre specie e quindi non di un ceduo castagnale puro; poi perché, come rilevasi dalla nostra relazione, in esso trovansi moltissime piante di castagno innestate a frutto, il cui sviluppo occorre favorire nello interesse stesso della popolazione, essendo questo bosco prossimo al paese — anzi, non sarebbe male che l'Ente universitario d'accordo col Comune, procedesse a nuovi innesti — infine perché detto appezzamento boscato, nel quadro dell'intero riordinamento con turno dodecennale, permette una più regolare ripartizione dei tagli.
Ad ogni modo, riteniamo che si possa consentire al desiderio espresso dal Commissario prefettizio, di portare il turno ad anni 18, purché siano eseguiti i prescritti tagli colturali e sia favorito il propagarsi del castagno.
6.- Per ciò che si riferisce al bosco « Lascone », includendolo nel piano dei tagli, non abbiamo fatto altro che aderire al desiderio già espresso dall'Ente; se però diverse sono ora le intenzioni della amministrazione universitaria, si può consentire di mettere fuori dal piano dei turni detto bosco, riservandolo per i bisogni degli utenti, a condizione che i tagli vengano disciplinati e che le numerose capitozze vecchie e deperite, vengano sostituite con piante da allevarsi ad alto fusto.
7.- Dell'utilizzazione di cedui appartenenti alla tenuta in affitto di S. Severa, non ci siamo occupati che indirettamente, essendo essi vincolati al contratto d'affitto; quindi, per i futuri tagli, non abbiamo fatto che accettare le date forniteci dall' Ente universitario.
8.- Per ciò che si riferisce al ritardato taglio, sul previsto turno definitivo, dei boschi delle tre zone di Montagna e Fossacupo, dei boschi Montepolarese, Ascetta alta, Montacetino e Soline – si tratta evidentemente di una necessità assoluta, per arrivare nel più breve tempo al piano definitivo dei tagli; si può anzi affermare che, gli inevitabili spostamenti nel turno che si hanno nel piano transitorio, sono tali da non preoccupare menomamente.
9.- Insistiamo nella sostituzione dei muri a secco, in linea generale alle siepi, per le molteplici ragioni che abbiamo esposto nella nostra relazione.
Per ciò che si riferisce alla divisione in sezioni di alcuni appezzamenti boscati, osserviamo che il prezzo di L. 12 per ml. di muro, preventivato dall'Ente, ci sembra eccessivo essendosi fatti dei contratti sul posto a L. 5, come rilevasi dalla nostra relazione; ad ogni modo, trattandosi di lavorare in bosco, per quanto il lavoro di traccia possa essere compensato dal materiale legnoso ritraibile, possiamo accettare un prezzo per ml. di L. 8–9.
I tratti di macerie da costruire in bosco sono:
Km. 1,500 per i Monti Acquatosta, km. 3,500 per i Monti S. Caterina, km.3,500 per la Montagna e Fossacupo, km. 1,500 per il Quartaccio; ciò può ben rilevarsi dal tipo planimetrico. La spesa complessiva sarebbe di L. 70.000, che potrebbe intendersi così ripartita:
L. 12.700 nel 1930; L. 12.700 nel 1934; L. 17.000 nel 1935; L. 17.600 nel 1937; L. 15.000 nel 1938.
La successiva spesa di manutenzione di dette opere ascenderebbe in complesso a L. 200-300 annuali.
Origine, scopo e beni dell' Università
Articolo 1. - La Università Agraria di Tolfa, della quale fino ad ora hanno fatto parte, come Utenti, i soli possessori di bestiame bovino e cavallino da cui vari secoli indietro fu istituita, d'ora in avanti comprenderà anche i coltivatori della terra con le braccia ed assumerà il nome di Università Agricolo-Pastorizia.
Articolo 2. - Scopo della Università è di ammettere la generalità degli abitanti del Comune al godimento in natura dei beni di essa, mediante l'esercizio dei seguenti diritti:
a)del pascolo col bestiame bovino da lavoro e col bestiame vaccino e cavallino da produzione;
b)della fienatura da servire, tale prodotto, per il foraggio necessario al mantenimento dei detti bestiami;
c) della semina da esercitarsi dai possessori di buoi aratori e dai possessori di bestiame vaccino e cavallino da produzione, in unione, questi ultimi, ai coltivatori della terra con le braccia.
Dell' Esercizio dei Diritti di Utenza Pascolo - Fienatura - Semina
DEL PASCOLO
Articolo 52. — Siccome l'esercizio del diritto di Utenza deve servire principalmente alla industria famigliare della generalità degli abitanti, così il quantitativo dei bestiami che ciascun Utente può immettere al pascolo nei beni universitari rimane limitato a 6 buoi aratori, 10 cavalli da produzione ed a 20 vacche pure da produzione.
Se la disponibilità dei pascoli lo consenta ed entro i limiti di detta disponibilità, sarà tollerato un maggior quantitativo di bestiame oltre quello sopra indicato, senza però altri diritti.
Sarà consentito alla sola cittadinanza di tenere al pascolo un limitato numero di asini.
Articolo 53. -- Il pascolo viene distinto in: ordinario cioè comune per l'intero anno a tutti i bestiami degli Utenti e speciale cioè da servire, in determinate epoche dell'anno, per determinate specie di bestiami degli Utenti.
Articolo 54. - Il Consiglio, prima dell'inizio dell'anno agrario, designerà i terreni, di preferenza macchiosi sui quali, durante 1'intero anno, i bestiami degli Utenti dovranno usufruire dei pascoli ordinario e speciale suddetti.
Articolo 55. - La Deputazione, con apposite norme suggerite dalla esperienza ed informate sempre a sistemi moderni, disciplinerà di volta in volta, per ciascun pascolo tanto ordinario, quanto speciale le modalità e la forma pel godimento, da seguirsi dagli Utenti.
Articolo 56. — I bestiami immessi in qualsiasi epoca dell'anno per un tempo qualunque nei pascoli ordinario e speciale saranno assoggettati alla intera corrisposta che verrà stabilita entro i limiti seguenti:
|
PASCOLO ORDINARIO |
PASCOLO SPECIALE |
|
|
massimo |
minimo |
massimo |
minimo |
Buoi |
L. |
2 |
1 |
20 |
10 |
Vacche e Birracchi |
» |
8 |
2 |
20 |
10 |
Cavalli e Muli |
» |
12 |
4 |
25 |
12 |
Asini |
» |
3 |
1 |
---- |
---- |
Articolo 57. -- Saranno esenti dalla corrisposta tutti i bestiami fino alla età di un anno sempre che siano di produzione propria.
I bestiami dell'età di un anno in due anni saranno colpiti con la metà della corrisposta.
DELLA FIENATURA
Articolo 58. -- Fino a tanto che, a cura e spese dell'Ente, non verranno ridotti a prato i terreni da servire in modo stabile pel raccolto del fieno, il Consiglio, prima che incominci l'anno agrario, designerà di volta in volta, per il detto raccolto, quelle zone di terreno che meglio si prestino per la falciatura e che siano sufficienti al bisogno.
Articolo 59. La Deputazione, in tempo utile affinché i concessionari possano eseguirvi la ordinaria pulitura, provvederà per la designazione, ripartizione, ed assegnazione delle parti falciative (omettiamo l' art. 60).
Articolo 61. -- La ripartizione verrà fatta con l'attribuire ai possessori di cavalli, muli ed asini da tiro, da sella e da soma una parte falciativa per un capo e due parti per qualunque numero superiore; ai possessori di buoi aratori una parte per ogni due capi fino a tre parti, ed ai possessori di vacche e cavalli da produzione una parte da 1 a 5 capi, due parti da 6 a 10, tre parti da 11 a 15, quattro parti da 16 a 20, cinque parti da 21 a 25, e sei parti da 26 a 30.
Articolo 62. -- Prima di farsi luogo alla assegnazione delle parti falciative - cosa che dovrà eseguirsi mediante sorteggio e corrispondente consegna delle parti stesse sul posto - dovrà fissarsi con giusti criteri, la corrisposta delle parti di, ogni zona di terreno sulle basi seguenti:
|
PER OGNI PARTE |
Per i cavalli, muli ed asini da sella, da tiro e da soma |
L |
Minimo
2 |
Massimo
6 |
Per i buoi aratori |
» |
2 |
6 |
Per vacche e cavalli da produzione |
» |
2 |
6 |
DELLA SEMINA
Articolo 63. - II turno stabilito per la semina è quello di « quarteria. » ... Tale turno potrà venire modificato ad ogni variazione, per qualsiasi titolo, del patrimonio terriero dell' Ente.
Il Consiglio nel mese di Agosto, al momento della distribuzione dei terreni per il pascolo, per la fienatura e per la vendita delle erbe, designerà i terreni che nell'anno prossimo dovranno servire agli Utenti per la semina.
Articolo 64 - A cura della Deputazione, i terreni designati per la semina verranno ripartiti ed assegnati agli Utenti con le norme seguenti:
Per ogni singolo appezzamento di terreno, di differente feracità e presunta produzione, prima della sua ripartizione, verrà fissata la corrisposta nei limiti di un minimo di stari 12 e di un massimo di stari 24 per ogni rubbio di superficie.
Articolo 65 -- La ripartizione verrà fatta con l' attribuire:
- Agli Agricoltori Boattieri
Due parti al possessore di ogni due buoi, fino ad un massimo di sei parti, comprendendovi nel numero complessivo dei buoi, un solo giovenco, quando sia da doma.
Al possessore di vacche dome verrà fatta la stessa concessione, fino però ad un massimo di sole quattro parti.
- Agli Agricoltori Braccianti ed agli Allenatori di Bestiame:
Una parte al capo famiglia composta fino a quattro persone, due parti se la famiglia é composta di qualsiasi numero oltre quattro.
Articolo 66 — L'assegnazione della parte agli Utenti verrà fatta sorteggiandosi gli Agricoltori Boattieri da una parte, e gli Agricoltori Braccianti uniti agli Allevatori di Bestiame vaccino e cavallino dall' altra.
Prima del sorteggio, dovrà stabilirsi l' ordine da seguirsi nella assegnazione delle parti ai singoli Utenti.
Dopo stabilito I'ordine da seguirsi, si dovrà pure stabilire da quale delle due classi (Agricoltori Boattieri ed Agricoltori Braccianti uniti agli Allevatori di Bestiame) si dovrà principiare l'assegnazione.
Quindi, col sorteggio, si assegnerà a ciascun Utente quel numero di parti cui avrà, diritto, in base alla già, eseguita ripartizione.
DEI BOSCHI
Articolo 67 - Gli Utenti potranno usufruire soltanto dei diritti comuni di legnatico sui boschi universitari, senza alcun privilegio di taglio.
Articolo 68 - Sarà soltanto concesso loro il taglio del legname strettamente necessario per la costruzione delle capanne, previo permesso scritto dal Presidente, in cui siano indicati i boschi e le località ove il taglio deve effettuarsi, e la persona incaricata della relativa sorveglianza.
Articolo 69 - Le disposizioni dell'articolo precedente si applicano anche agli affittuari dei pascoli e di altri terreni per la costruzione delle capanne necessarie al personale della rispettiva azienda.
Articolo 70 - Gli Utenti, senza bisogno di autorizzazione del Presidente, potranno tagliare il legname necessario alla costruzione degli aratri e di altri arnesi rurali.
Articolo 71 - Per ogni taglio arbitrario il contravventore sarà, soggetto al pagamento di una penale da stabilirsi, volta per volta, dalla Deputazione Agraria, a seconda del luogo in cui il taglio fu effettuato e della importanza delle piante tagliate e dovrà inoltre rifondere i danni.
Articolo 72 - Sotto le precedenti disposizioni cade anche il taglio della foglia in qualunque stagione, ad eccezione delle larghe, per le quali dovranno tagliarsi i soli rami lasciando illeso il fusto della pianta.
Articolo 73 - Il raccolto delle ghiande non è permesso se non dopo il 20 Ottobre, sotto pena di denunzia all'Autorità Giudiziaria.
E' assolutamente proibito di battere le piante per farne cadere la ghianda.
Articolo 74 - I boschi soggetti a taglio periodico verranno venduti alla scadenza del loro turno, secondo le norme di speciali capitolati, redatti dall' Ispettore Forestale.
DELLA COLTURA INTENSIVA
Articolo 75 - Il Consiglio, in seguito a domanda, di non meno di dieci (10) Utenti, potrà nei quarti già Comunali staccare degli appezzamenti per la coltura intensiva e cioè per ridurre gli stessi appezzamenti ad oliveto, pometo, vigna, orto o canneto,
Articolo 76 - Detti terreni saranno divisi in quote e, mediante sorteggio, saranno assegnati in affitto o a miglioria ai capifamiglia che ne fecero la richiesta per la durata di anni. 29.
Articolo 77 — Un apposito Regolamento o Capitolato speciale da compilarsi
dal Consiglio stabilirà:
a) I compensi annuali da pagarsi all'Ente Agrario.
b) Il sistema di distribuzione delle quote, il numero e la superficie di esse nonché i sistemi di miglioria.
c) Le trasformazioni agrarie ed il termine per 1'inizio ed il completamento di esse.
d) I termini precisi dell'utenza e le somministrazioni da farsi da parte dell'Università Agraria.
e) La durata delle successive assegnazioni nel caso di constatato miglioramento delle quote,
f) I motivi di decadenza dall'assegnazione da parte dell'Utente per inadempimento degli obblighi assunti,
g) Tutte le norme insomma e tutte le condizioni che possono e debbono regolare il buono ed esatto e razionale funzionamento dell'azienda rurale.
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