FACOLTA' DI TEOLOGIA
DELL' ATENEO ROMANO DELLA SANTA CROCE
ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE ALL' APOLLINARE
Tesi di Magistero in Scienze Religiose
CONFRATERNITA DEL SANTISSIMO NOME DI DIO E SUO OSPEDALE IN TOLFA
Candidata: |
Relatore:
|
Adriana ADRIANI |
Prof. Don Augusto BALDINI |
CIVITAVECCHIA
ABBREVIAZIONI
Cfr Confronta
op.
cit Opera citata
pag../
pp Pagina I pagine
vol
Volume
A.S.C.C
: Archivio Storico Curia Civitavecchia
E.C.A
Ente Comunale Assistenza
I.P.A.B
Istituto per Assistenza e Beneficenza
INTRODUZIONE
La storia e le vicende delle Confraternite, privilegiato momento di aggregazione
laicale, di formazione spirituale e di esercizio delle cosiddette opere
di misericordia, largamente attive in tanti secoli della storia della
Chiesa, mi hanno particolarmente colpito e affascinato.
La presenza e l'opera delle confraternite è viva in quelle che ancora oggi continuano ad essere presenti in città e paesi, eredi di una tradizione gloriosa, custodi gelose di riti, oratori, usanze che si sono inserite nella vita religiosa e nella pietà popolare con segni incancellabili. Richiama a prestigiose istituzioni caritative preludio del moderno volontariato, e a eccellenti testimonianze artistiche di alto livello o di taglio popolare.
La città di Tolfa ( provincia di Roma, oggi diocesi di Civitavecchia
- Tarquinia e fino alla metà Ottocento diocesi di Sutri ) ( 1 ) può vantare una ricca esperienza riguardo alle Confraternite
o Pie Unioni laicali sorte sotto varie denominazioni e in diverse epoche,
presenti nella vita ecclesiale e sociale con finalità esclusivamente
spirituali o con impegno rivolto all'esercizio della carità ( 2) .
La maggior parte delle Confraternite tolfetane deve il suo nascere al
fervore post-tridentino; alcune precedono il Concilio di Trento e altre
sono fiorite soprattutto per la presenza degli Ordini Mendicanti nel territorio
( 3) .
Purtroppo le fonti bibliografiche a disposizione, riguardanti la storia
generale di Tolfa o direttamente chiese o santuari, danno solo brevi accenni
o modeste sintesi riguardo alle Confraternite, anche se nessuno degli
autori può omettere la menzione di queste, in quanto numerose,
onnipresenti nel tessuto cittadino, e vive nei segni che hanno lasciato
( archivi, chiese, case, palazzi, cappelle, oratori, immagini e suppellettili.
possedimenti terrieri ) e in quelle che ancora oggi periodicamente radunano
i loro iscritti per animare solenni azioni liturgiche o processioni e
gestire i beni accumulati .nel corso dei secoli.
Considerato quindi il peso che hanno rivestito nella storia della pietà
popolare, del!'edilizia sacra, e delle istituzioni con finalità
benefica e caritativa di
Tolfa, ho deciso tra tutte le confraternite esistenti nell'arco di tempo
che va dal Concilio di Trento agl'inizi del nostro secolo, di interessarmi
di una sola, denominata CONFRATERNITA DEL SS.MO NOME DI DIO E SUO OSPEDALE.
Di essa infatti al momento attuale nelle fonti bibliografiche si trovano
poche notizie e solo in un testo (4 ) possiamo
reperire notizie più dettagliate, ma che non danno un quadro completo
dell'origine del sodalizio, dei suoi molteplici impegni nel vissuto sociale
ed ecclesiale di Tolfa e queste, pur dando adito ad approfondimenti, risultano
lacunose.
La Confraternita in questione oggi non esiste più e tra le testimonianze
più significative della sua storia e della sua presenza rimane
solo il santuario della Madonna della Rocca e qualche possedimento gestito
da una commissione che riunisce l'amministrazione dei sodalizi ancora
operanti nella cittadina laziale.
Il lavoro, potendo contare poco sulla storiografia locale, si è
rivolto soprattutto a reperire materiale archivistico. I manoscritti prodotti
in varie epoche dalla Confraternita si trovano oggi conservati nell'Archivio
ECA del Comune di Tolfa, presso la famiglia Pergi di Tolfa ( erede di
libri e manoscritti del canonico don Girolamo Pergi, scomparso agli inizi
del nostro secolo e testimone del declino della Confraternita ), presso
gli archivi storici di Sutri ( fino al 1848 ) e di Civitavecchia. Numeroso
materiale è stato anche attinto nel!' archivio storico della Parrocchia
di Tolfa, sede un tempo della Vicaria Foranea. In esso si trovano il fondo
parrocchiale della collegiata di S. Egidio e i verbali delle riunioni
del Capitolo Collegiale che svolgeva una diretta attività di controllo,
di animazione e ufficiatura liturgica presso la Confraternita del Nome
di Dio.
Il prezioso materiale archivistico contenuto in pergamene, codici cartacei,
libri dì amministrazione e verbali di congregazioni o consigli
della Comunità di Tolfa, decreti di S. Visita, lapidi e iscrizioni
o altro, mi ha permesso di affrontare il tema scelto e di svilupparlo
tracciando un quadro abbastanza completo della storia della Compagnia
laicale tolfetana.
Infatti, dopo aver sinteticamente presentato il contesto storico-geografico
e religioso in cui nasce il sodalizio abbiamo potuto stabilire con assoluta
precisione l'anno di origine della Confraternita, la sua dipendenza e
regolamentazione da parte dell'Ordine dei Predicatori ( Domenicani ),
i suoi primi rapporti con l'autorità ecclesiastica e la Comunità
di Tolfa, la sua installazione in un antico sito religioso della città
dedicato a San Giovanni e alla S. Croce ( ricostruito completamente dai
confratelli ) e i suoi primi impegni a favore dell'ospedale ( preesistente
alla Confraternita ) e del diroccato tempio mariano della Madonna della
Rocca ( sancta Maria de Arce ) affidato al sodalizio dalla comunità in contemporanea alla sua
istituzione.
Fissati l'origine e il suo insediamento nella chiesa e ospedale di San
Giovanni, ho cercato di ricostruire la struttura della Confraternita.
Non ho ritrovato uno statuto redatto per conto dei confratelli di Tolfa,
ma esaminati tutti i registri del sodalizio contenenti spese e decisioni
per riti, processioni, vita dei soci, problemi e prospettive e
, tenendo conto del continuo riferimento agli statuti della primaria Arciconfraternita
del Nome di Dio ( eretta presso la chiesa domenicana di Santa Maria sopra
Minerva in Roma ), riportati fedelmente negli statuti dell'omonima Confraternita
civitavecchiese ( 5 ), ho potuto, pur con
evidenti limiti, delineare la struttura del sodalizio tolfetano.
E' risultato invece più agevole illuminare tutti gli ambiti di
azione della Confraternita e, soprattutto i due che assorbivano il maggior
impegno: l'ospedale e il santuario della Rocca. L'azione caritativa svoltasi
nell'ospedale è supportata da una ricca serie di regolamentazioni
e può essere seguita attraverso i manoscritti passo passo, dalla
presa di possesso della Confraternita fino al declino. Il settore riguardante
la vita dell'ospedale ha assorbito quindi il maggior spazio nell'intera
trattazione. Il materiale reperito sul santuario della Rocca, oltre ad
evidenziare il nesso con la Confraternita, mi ha permesso di dare uno
sguardo alla storia complessiva del piccolo tempio mariano e alla vita
eremitica individuale, soggetta al sodalizio, e tipico esempio delle numerose
esperienze di vita eremitica che si possono registrare nell'intero territorio
dei monti della Tolfa.
I rimanenti capitoli del lavoro mettono in evidenza altre opere di carità
esercitate dalla Confraternita del SS.mo Nome di Dio, come la designazione
di doti per le zitelle, il sussidio ad ebrei divenuti cattolici, la carità
spirituale della " correzione e riparazione " delle bestemmie.
Si pone anche in risalto la collaborazione con altre istituzioni per meglio
conseguire le finalità caritative come l'accoglienza per la "
spezieria " e l'assistenza agli infermi delle Suore di San Giuseppe
dell'Apparizione di suor Emilia de Vialar. Con rapidi accenni invece si
tratta di altri due sodalizi ( " Università " o corporazioni
) che ricevevano ospitalità nelle due chiese gestite dalla nostra
Confraternita: l'Università dei Vaccari sotto il titolo dell'Ascensione
e l'Università dei Calzolai sotto il titolo dei Santi Crispino
e Crispiniano, indicando nelle conclusioni alcune prospettive per lo studio
dei medesimi.
Stabiliti quindi, origine, statuti e struttura, ambiti di azione, ho concluso
il lavoro motivando le cause del cessare della Confraternita, mettendo
in luce ciò che nel presente resta della proficua opera del sodalizio
estinto: la comunità delle Suore di san Giuseppe che continua in
un'opera di volontariato a servizio degli handicappati e il culto mariano
del santuario della Rocca. Il vasto materiale reperito ci ha permesso
infine di individuare alcuni ambiti di ricerca ancora inesplorati e che
hanno un costante riferimento alla nostra Confraternita.
Il tutto è avvalorato dall'appendice che riporta documenti e foto,
quasi interamente inediti.
E' evidente che il notevole e inedito materiale archivistico reperito
sugli oltre quattro secoli di vita della Confraternita mi ha imposto chiare
scelte con conseguenti limitazioni. Sono cosciente che questo lavoro non
esaurisce tutto il campo di ricerca sulla Confraternita in questione e
che costituisce solo un tassello di uno studio globale sul ricco fenomeno
delle confraternite tolfetane. Ad eccezione della Confraternita del SS.mo
Salvatore ( degli Agricoltori di Tolfa ) e della nostra, nessun'altra
Compagnia, Confraternita o Pia Unione o terzo Ordine presenti a Tolfa
sono stati oggetto di uno studio completo. Personalmente, mi sento decisa
ha continuare nella ricerca su queste storiche aggregazioni, auspicando
che tutte ricevano meritato interesse.
Prima di presentare il testo della dissertazione mi premuro di chiarire
che la Confraternita del SS.mo Nome di Dio e suo Ospedale, in alcuni documenti
riportati viene pure indicata come " Compagnia " o " Sodalizio
" e la denominazione è a volte quella del " SS.mo Nome
di Dio o di Gesù o Gesù Cristo " o semplicemente viene
indicata come " Compagnia dell'Ospedale " o più genericamente
" il Nome di Dio".
Desidero anche ringraziare chi mi ha aiutato con suggerimenti ed indicazioni,
in particolare, il prof. Tito Marazzi, ricercatore di storia locale, don
Augusto Baldini, archivista diocesano e parroco di Allumiere, il parroco
di Tolfa, don Rinaldo Copponi, il signor Adalberto la Rosa, che ha curato
l'impaginazione del lavoro, gli amministratori delle curie di Civitavecchia
e Sutri che mi hanno permesso di consultare gli archivi storici delle
due Diocesi, la dott. Giovanna Pergi che ha messo a mia completa disposizione
l'archivio di famiglia e tutti gli altri che con il loro aiuto e incoraggiamento
mi hanno permesso di portare a termine il lavoro, che pur intrapreso con
grande difficoltà mi ha totalmente affascinato.
Cap.1 -TOLFA E LA SUA STORIA
a) Profilo storico - geografico di Tolfa
Il territorio del comune di Tolfa fa parte di quel lembo nettamente individuato
del l'Antiappennino etrusco esteso lungo la fascia pretirrenica laziale"
( 6 ); il paese si trova, geograficamente,
a Nord Ovest di Roma, da cui dista circa Km. 90 e nella cui provincia
è ricompreso, ed a Nord Est di Civitavecchia, da cui dista circa
Km. 20.
Dal punto di vista demografico esso conta attualmente poco più
di 5.000 abitanti, di cui circa 4.400 si trovano nel centro urbano, mentre
la rimanente parte risiede nella frazione di Santa Severa nord, situata
vicino alla costa tirrenica, distante circa Km. 22 e sorta ex novo alla
fine degli anni '40.
Negli ultimi decenni, in particolare dal censimento del 1961 fino a quello del 1991, la popolazione del centro urbano è andata progressivamente diminuendo a causa della continua emigrazione dei più giovani alla ricerca di un'occupazione, mentre l'età media della popolazione è andata costantemente crescendo, a causa del ritorno di molti anziani al termine dell'attività lavorativa.
Il territorio tolfetano é stato interessato da insediamenti umani
sparsi fin dall' età neolitica " e forse anche oltre"
( 7 ); i reperti ci testimoniano di presenze
dell'età eneolitica, di quella dei bronzo e di quella del ferro,
nonché del periodo protovillanoviano e villanoviano.
Marcatissima è la presenza degli etruschi, presenti nel territorio
a macchia di leopardo, come testimoniano le varie necropoli, scoperte
a partire dalla fine del secolo XIX; essi attestano la presenza di vari
centri abitati, dei quali i principali erano probabilmente quelli collocati
su tre altipiani tufacei ( Pian de' Santi, Pian della Conserva e Pian
Cisterna) inoltre sepolture etrusche sono state rinvenute in numerose
altre località, a conferma di una presenza diffusa.
La civiltà etrusca venne successivamente soppiantata da quella
romana, che, parimenti ha lasciato numerose tracce.
Sulle cause di una così antica e costante presenza dell'uomo
nel territorio tolfetano, si può ipotizzare, con il Morra, che
" la merce corrispondente di esportazione sia stata costituita, almeno
in notevole parte, da minerali' (8 ), ferro,
piombo e, secondo altri studiosi, anche dal!' allume, noto fin d'allora
per le sue principali proprietà e quindi facilmente commerciabile.
Pur non addentrandoci nelle varie ipotesi di fondazione dell'attuale centro
che porta il nome di Tolfa, e per questo rimandiamo ai numerosi testi
che ne hanno trattato ( 9 ), non possiamo non accennare alla distinzione tra Tolfa Nuova, Tolfaccia
e Tolfa Vecchia, dichiarando che le vicende che noi verremo ad esaminare
nel corso della tesi si sono tutte svolte in quella che viene detta Tolfa
Vecchia e che costituisce l'attuale centro storico della cittadina che
ancora oggi è abitato.
Sull'antico abitato di Tolfa Nuova o Tolfaccia esistono numerosi articoli
e studi (10 ).
Sulle origini del nome " Tolfa " non vi sono certezze documentarie;
due le possibili ipotesi: o che derivi dalla radice -tu! -di origine etrusca,
che può avere il significato di "sollevare " e quindi
potrebbe indicare l'altitudine in rapporto alla sua posizione geografica,
o che tragga origine dalla cultura longobarda, presente nella zona dalla
fine del VI secolo, nella cui onomastica é molto diffuso il suono
terminale - ulfo .
L' abitato di Tolfa Vecchia si estese a partire dalla Rocca da una più
ampia e definitiva cinta muraria, con la costruzione della chiesa, della
piazza antistante e di tutte le strutture necessarie all'ordinato svolgimento
della vita sociale, fino alla scoperta dell'allume, avvenuta tra il 1460
e il 1462, che ne doveva sconvolgere definitivamente l'assetto urbanistico
mediante un'espansione che rese il paese, in pochi decenni, molto simile
a quello che doveva essere fino a mezzo secolo fa.
b) Ambientazione storico- religiosa
Molti
dei sempre più numerosi visitatori di Tolfa esprimono stupore nel
vedere l' alto numero di chiese ancora oggi funzionanti in rapporto al
numero degli abitanti, ma molto maggiore sarebbe stata la loro meraviglia
se avessero visitato Tolfa in un passato non troppo lontano, perché
avrebbero dovuto registrare un numero di chiese ancora maggiore a fronte
di un numero di abitanti sicuramente inferiore.
Le otto chiese ancora oggi vive e le tracce storiche e documentarie di
numerose altre, ormai scomparse, sono la testimonianza più evidente
ed immediata della profonda religiosità che ha sempre caratterizzato
il popolo tolfetano e che sarebbe eccessivamente semplicistico, a mio
giudizio, ricondurre al solo fatto che per quattro secoli questo territorio
fu sotto il diretto dominio
della chiesa di Roma, a partire dalla liquidazione dei diritti di proprietà
dei fratelli Frangipane ( Ludovico e Pietro ) signori di Tolfa Vecchia,
avvenuta nel 1469 (11) da parte di Papa
Paolo II.
Va certamente tenuto presente che l'acquisto del territorio di Tolfa ed
il suo incameramento nel patrimonio di San Pietro furono la conseguenza
della scoperta ( o della riscoperta, perché i monti della Tolfa
erano frequentati fin dalla preistoria, per la loro ricchezza mineralogica
e metallifera ) delle ricche cave di allume della zona da parte di Giovanni
di Castro, avvenuta tra il 1460 e il 1462, e la straordinaria importanza
commerciale di questo minerale nel!' economia Europea del tempo .
Ancora più importante tale scoperta era
resa dal fatto che essa poneva fine al rapporto di dipendenza dei paesi
della Europa occidentale dall'allume orientale, in particolare di Siria,
Egitto, Grecia e soprattutto Anatolia ( 12 ).
Era quindi più che comprensibile l' interesse della Santa Sede
a gestire direttamente questo territorio.
Tuttavia i tolfetani furono parzialmente toccati, dal punto di vista occupazionale,
dalle attività industriali connesse allo sfruttamento del!' allume,
in quanto rimasero legati, nella stragrande maggioranza dei casi alle
tradizionali attività agricole e zootecniche da sempre praticate;
ne risentì tuttavia il paese, sia dal punto di vista urbanistico,
con il deciso e definitivo slancio al di fuori del medioevale perimetro
fortificato, sia dal punto di vista della nascita ex-novo e del progressivo
incremento delle attività commerciali legate alla necessità
di ospitare l' apparato amministrativo e tecnico delle miniere.
Tornando alle
numerose tracce della vita ecclesiale e della pietà popolare del
popolo tolfetano, possiamo affermare che innanzitutto abbiamo numerose
testimonianze preesistenti al 1460/ 62 (anno individuale per i primi contratti
dell' impresa dell' allume), parzialmente riferibile alle esigenze di
protezione divina tipiche di tutte le culture contadine basate su attività
fortemente condizionate da fattori climatici; tuttavia al di là
delle varie e possibili ipotesi sulle origini materiali o psicologiche
della religiosità dì un popolo, preferisco pensare che nei
fatti storici vi siano elementi di mistero interpretabili soltanto alla
luce della fede.
Tracce della pietà
cristiana sono soprattutto le numerose chiese, alcune ospitanti sodalizi.
Le elenchiamo brevemente anche ponendo in rilievo i sodalizi o pie unioni
in esse presenti. Anche questo costituisce un necessario punto di riferimento
per comprendere i luoghi sacri e le confraternite che di tanto in tanto
vengono richiamati nel testo ( 13 ).
- La Chiesa ( Santuario ) dedicata alla Madonna della Rocca é situata
sulla sommità del monte che sovrasta Tolfa e cinta con i ruderi
del castello dei Frangipane, ne costituisce il simbolo; essa è
quasi sicuramente coeva del castello, forse non nella struttura attuale,
e se ne hanno comunque testimonianze fin dalla fine del XIII secolo.
- La Chiesa di S. Egidio Abate é situata all' interno della cinta
muraria del paese e risale alla fine del XIV secolo; é dedicata
al Santo Patrono di Tolfa ed ha subito profonde trasformazioni rispetto
alla sua forma originaria, che era sicuramente più piccola. Ospitò
nei secoli numerose compagnie laicali : confraternite del SS. Salvatore,
del SS. Rosario, del SS. Sacramento, di San Giuseppe, dei Sette Dolori
di Maria, di S. Antonio, del Carmine, la Pia Unione della Centuria, quella
del Sacro Cuore, delle Figlie di Maria e delle Madri e Spose Cristiane.
- L' oratorio del SS.mo Crocifisso, popolarmente conosciuto come Chiesa
del Crocifisso e sede della confraternita della Misericordia e Umiltà
o di San Giovanni Decollato, fu costruita a seguito del suo distacco dal
corpo della chiesa di S. Egidio dopo i lavori di ristrutturazione di questa
e completato nel 1644.
- La Chiesa di S. Antonio da Padova fu costruita sul finir del `600, sede
della Confraternita del Suffragio.
- La Chiesa di S. Francesco, con l' attiguo convento dei Cappuccini, risale
alla prima metà del `600; fu fondata da Dario Pierleoni ed é
sede del Terz' Ordine francescano.
- La Chiesa ( Santuario ) della Madonna della Sughera sorse come sviluppo
e completamento del cappellone ottagonale fatto costruire ai primi del
'500 da Agostino Chigi, all' epoca appaltatore delle miniere di allume,
a memoria del miracoloso ritrovamento di un dipinto su tavola raffigurante
la Madonna col Bambino, avvenuto il giorno di Ognissanti dell' anno 1501.
Fu sede della Pia Unione dei Centuriati della Tolfa e della Allumiere
e , in un oratorio distaccato, della Compagnia di S. Agostino.
- La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù fu costruita nei primi anni
del `900 ed é affidata alle cure delle suore di S. Giuseppe dell'
Apparizione, attigua al loro istituto.
- La Chiesa dedicata a S. Girolamo é situata all' interno del borgo
che sorge a fianco del castello di Rota, proprietà della famiglia
Lepri.
A queste otto chiese tuttora consacrate, bisogna aggiungere quelle non
più in funzione o non più esistenti, ma di cui si hanno
testimonianze storiche precise.
- La Chiesa (Santuario ) di Cibona. fino al 1892 retto dai Servi di Maria,
posta a metà strada tra Tolfa e la Bianca, frazione del Comune
di Allumiere, fu completata nel 1647 ed é opera dell' architetto
Domenico Castelli: rappresenta una mirabile ed armoniosa sintesi tra architettura
barocca e semplicità del materiale da costruzione, cioè
la trachite, caratteristica pietra locale. Fu sede del terz'ordine dei
Servi di Maria e della Compagnia dei Dolori di Maria.
-La Chiesa della Misericordia, già esistente ai primi del`500 fu
sconsacrata nella seconda metà del 1800; fu sede originaria della
Confraternita del Suffragio, trasferitasi poi in quella di Sant' Antonio
di Padova al Prato e del sodalizio dei Cavallari, trasferitasi poi nella
cappella di S. Antonio Abate, annessa al Santuario della Sughera.
- La Chiesa di San Giovanni Evangelista di cui ci occuperemo nel corso
di questa trattazione relativa alla costituzione della Confraternita del
SS.mo Nome di Dio e suo Ospedale in Tolfa, venne demolita dopo il 1920,
a seguito del trasferimento dell' attiguo ospedale in migliore posizione.
Fu sede anche dell' Università dei Vaccari e di quella dei Calzolai.
C'erano infine le chiese dedicate a S. Nicola, a S. Sebastiano, ed a S.
Rocco, delle quali restano soltanto tracce nella toponomastica cittadina
e negli archivi ecclesiastici.
Come si sarà notato accanto alle Chiese, sono numerose le Confraternite,
associazioni costituite da laici che si riunivano in sodalizio, con l'approvazione
canonica, al fine di perseguire obiettivi socialmente significativi e
che costituivano originali forme di autogestione da parte delle comunità
di problemi sociali e spirituali di grande rilevanza, quali l' assistenza
ai malati, l' aiuto agli indigenti, le doti per le zitelle povere e per
gli orfani, il trasporto dei morti in campagna e le preghiere per i defunti.
Delle Confraternite di Tolfa, alcune preesistenti al Concilio di Trento,
si hanno numerose notizie a partire dalla seconda metà del `500
e alcune di esse sono ancora in attività; queste associazioni,
che coinvolgevano la stragrande maggioranza dei cittadini, vivevano del
lavoro volontario e dei contributi che i soci versavano direttamente o
raccoglievano con apposite questue o anche di lasciti ed eredità
da parte delle famiglie benestanti.
I soci dedicavano alla loro attività gran parte di quello che era
il loro tempo libero, dimostrando un sincero attaccamento al sodalizio
prescelto, all'abito e ai distintivi che contraddistinguevano una Confraternita
dall'altra, esigendo anche nei confronti delle altre i diritti acquisiti
per anzianità o privilegio, rendendosi presenti alle manifestazioni
religiose più importanti della collegiata e alle pubbliche manifestazioni
religiose.
Cap 2 -LA CONFRATERNITA DEL SS. NOME DI DIO E SUO OSPEDALE
(
Origine - sede della Confraternita - oratorio di pertinenza - annessione
del preesistente ospedale di San Giovanni - ordinamento ricevuto dall'
Ordine dei Predicatori )
Innanzitutto
vogliamo definire con precisione l'epoca
e possibilmente l'anno preciso in cui fu fondata la Confraternita del
SS.mo Nome di Dio e suo Ospedale di cui ci interessiamo.
Punto di partenza, verificati altri testi di storiografia locale, é
l'esame del volume "Memorie di un tolfetano " (14 ).
Lo studioso tolfetano, Basilio Pergi a proposito di questa Confraternita
afferma: " fu istituita con decreto del 25 ottobre 1582 dal padre
Tommaso Zobbio da Brescia professore di sacra teologia, vicario di tutto
l'Ordine dei Predicatori". In tale documento é detto:
"...i fedeli della terra della Tolfa Vecchia della Diocesi di Sutri
e Nepi, chiedono che sia creata e ordinata la confraternita del Santissimo
Nome di Dio nella chiesa di Santo Giovanni" e più oltre "
perciò noi spinti dai voti e dalle pie richieste concediamo la
facoltà di fondare, erigere e istituire la Confraternita de SS.mo
Nome di Dio e a cappella...e se già stata costituita l'approviamo
e la confermiamo". Da ciò si deduce, continua il Pergi, che
in Tolfa esisteva, presumibilmente, precedentemente a quella data (1582)
una confraternita che con quella bolla fu solo approvata e legalizzata.
L'asserto dello studioso e archeologo tolfetano ci ha spinto a ricercare
la data di fondazione della Confraternita che nei suoi registri ha attestato
di aver avuto sempre, fin dalla fondazione, il patronato della chiesa
della Rocca ( 15 ).
Nella Visita Pastorale del Vescovo Sutrino, Mons. E. Valenti, in data
2 aprile 1567, troviamo come prima notizia
che il presule prende visione della recente erezione della Confraternita
del SS.mo Nome di Gesù ( noviter factam).
Vi si cita anche il nome del Priore: Laurentius Nasellarius. Si accenna
anche alla nomina di nuovi ufficiali (16 ).
Possiamo dunque stabilire che la confraternita viene istituita intorno
al 1567. Non risulta infatti nelle confraternite indicate nella visita
Pastorale (Ghisleri?) 1560/1562 (17 ).
Nella pergamena di casa Pergi, datata 27 dicembre
1568, si ripete presso a poco la dicitura della Visita Pastorale Valenti
: " noviter erecta et ordinata " (18).
Un atto notarile rogato da don Ottavio Celli, Notaio diTolfa, ci fa conoscere
che la Confraternita, in data 20 giugno 1567, esercita i suoi diritti
nella questione della vendita di una vigna (19).
Siamo anche a conoscenza che alla Confraternita da poco costituitasi nel
1568 viene affidata la chiesa di San Giovanni e della Croce.
Riportiamo il dettato del decreto:
" Tullius Mancinellus...Archipresbiter sutrinum et Rev. mi in Cristo...et
Domini Aegidi Va/entii Dei et apostolicae sedis Episcopi Sutrini et Nepesini
in civitate sutrina et diocesis Vicarius Generalis dilecta nobis in Cristo
venerabili Con fraternitati Sanctissimi Nominis Boni lesus Christi noviter
in terra Tulphae nostrae Sutrinae Diocesis erecta et ordinata salutem
et perseverantiam in bonis e virtuosis operibus ac ad pia vota felicem
successum (...) tibi conferri et concedi ecclesiam Santi loannis et Crucis
cum suo sito anteriori et posteriori membrum hospitalis dictae terrae
posit. In burgi eius de contiguis domibus dicti hospitalis tuis sumptibus
et exspensis ampliare, meliorare, et bonificar et in meliore formam
reducere post modum ordinatam et ornatam paramentis et aliis ad divinum
cultum necessariis pro usu devotione et congregatione retineri et possederi
et in ea sic reductam singula in die dominica missam celebrari facere
speciali gratia dignare "( 20).
Il decreto continua applicando l'immediato restauro o rifacimento della
chiesa di S. Giovanni che versa in uno stato disastroso.
La Confraternita acquisisce tutti i beni dell'Ospedale di cui avrà
cura, ma é obbligata a mantenere il titolo di S. Giovanni e della
Croce e del SS. Nome di Gesù Cristo alla chiesa che officerà
dopo il restauro o la ricostruzione (21).
Infatti sappiamo con certezza che l'Ospedale era già esistente,
come si può provare da una pergamena custodita in casa Pergi del
1522 dove si parla anche di tutti i beni che sono posseduti dall' Ospedale
di San Giovanni, e con questo vogliamo specificare che la Confraternita
nel 1568 prese in gestione le strutture dell'Ospedale di San Giovanni
che forse versavano in abbandono, stante anche la situazione delle due
chiesette annesse che motivano l'affidamento alla Confraternita da poco
costituitasi.
Maggior luce sull' epoca e la modalità di affidamento della Chiesa
e dello Ospedale alla Confraternita ci viene da un documento tardivo,
ma attendibile: " Essendo, come asserisce, che già possono
essere da 25 anni in circa ( il documento é della fine del `500
) che nel borgo della terra della Tolfa in loco detto la piazza di S.
Giovanni et Croce et che siano da quel tempo
fusse eretta in detta terra la Compagnia del Nome di Dio alla quale perché
si vedeva giornalmente crescere nelle buone opere piacque al Rev.mo Mons.
Alessio Stradella (?) (22) allora vescovo
di Sutri concedere il governo dell' Hospidale et le dette due chiesuole
ad effetto di riedificarsi un'altra chiesa siccome con sua grandissima
spesa et che ha riedificata nel modo nel quale si rimira et detta chiesa
con sui membri et proventi ha sin qui sempre goduta et posseduta pacificamente
" (23 ).
Nel documento si accenna a Mons. Stradella come autore dell'affidamento
della chiesa (o delle due chiesette ): si tratta certamente di un errore
perché la visita pastorale e la pergamena nominano Mons. E. Valenti,
Mons. Stradella invece nel 1578 visitò la chiesa di S. Giovanni
a Tolfa "quae costruitur et edificatur per confratres SS. mi Nominis
J.X ". Il presule li esortò " ut sint solliciti pro complemento
dictae fabricae ". La visita, datata 17 aprile 1578, proseguì
con l'accesso in ospedale " quod regitur per confratres dictae societatis
" ( 24 ).
La Chiesa di San Giovanni Evangelista si presentava al momento della Visita
Pastorale del vescovo di Sutri nell'anno 1623 con una sola navata e con
più altari ( Cfr. pag.34 dove lo abbiamo descritto ).
Oltre all'altare maggiore vi erano anche gli altari dedicati:
- alla Santa Croce ( altare che ricordava la primitiva denominazione di
una delle due chiesuole affidate nel 1567 alla Confraternita del SS.mo
Nome di Dio ):
- alla Annunziata, patronato della famiglia Vinciguerra:
- alla Pietà, altare con patronato di Simeone Calli;
- ai Santi Luca e Carlo;
- l'altare dell'Ascensione, tra i più importanti della chiesa, patronato dell'Università dei Vaccari, sodalizio ospitato dalla
Confraternita dell'Ospedale;
- l'altare di San Carlo, patronato della famiglia De Rubeis (25 ).
Fino al secolo XIX la chiesa di San Giovanni si presentò sempre
con questo numero di altari, anche se talora al culto di una immagine
ne subentrò un'altra come nel caso dell'altare della Pietà
che diventò successivamente l'altare dei Santi Crispino e Crispiniano.
Nel marzo 1569 i priori Tullio de Cellis e Francesco de Rubeis con un
atto del notaio don Ottavio Celli mostravano al rettore dell'Ospedale
e della Chiesa di S. Giovanni, don Sebastiano Celli, la bolla del Vicario
generale della diocesi don Tullio Mancinelli ed entravano in possesso
del sito (26 ).
Se vogliamo quindi interpretare il decreto 1582 del Vicario generale dell'Ordine
Domenicano dobbiamo affermare che esso non fa altro che confermare l'esistenza
della Confraternita e aggregarla alla famiglia domenicana.
Supporta questa interpretazione anche un memoriale manoscritto negli statuti
dell'omonima Confraternita del SS.mo Nome di Dio di Civitavecchia "
La sagra memoria di Pio V nell'anno VI del suo Pontificato con suo breve
che principia Decet Romanum Pontificum di data li 21 giugno 1571, ordina
che le confraternite del SS. mo Nome di Dio debbino e sieno fundate soltanto
in tutti i conventi dell'Ordine dei predicatori e che senza il permesso
di detta religione non possino essere
istituite ove non esiste il convento suddetto ".
Nel memoriale si riporta il contenuto del breve del 9 luglio 1580 con
il quale Gregorio XIII concede alla Compagnia del Nome di Dio le stesse
prerogative di quella del Rosario, confermando il Breve di Pio V (27).
A Tolfa non esisteva il convento dei Predicatori, ma la Confraternita
del Nome di Dio era già stata fondata: mancava solo l'approvazione
del Generale dell'Ordine Domenicano.
L'approvazione avvenne su proposta del Rev. Padre maestro Vincenzo de
Cellis, dell' Ordine dei Predicatori e Tolfetano.
II testo del decreto di approvazione suona così " Nos fr.
Thomas Zobbius Brixiensis sacrae Theologiae professor, totius Ordinis
Praedicatorum Vicarius. Cum eam summam charitatem deus ut filii Dei nominemur
et simus, nihil certe christhianorum animis et cordibus ardentius dederit
nobis Messe et firmius inhaere debet, et optabilius accidere, quam quod
orando a Domino nostro Jesu Christo edocti quotidie petimus, in universo
terrarum orbe adimpleatur, ut sanctissimum eius nomen sanctificetur, ab
omnibus agnoscatur, colatur, adoretur, et sibi omnes genuflectant Coelestium,
Terrestrium et infernorum; Hoc flliorum qui veri non degeneres sunt, studium
primumque institutum esse debet, summam Patris gloriam et cultum aemulari
et quaerere. Quaemadmodum verus ille natus filius dum in hoc clamitatum
ergastulo pro salute nostra degeret non suam sed patris gloriam quaerebat:
Maxima enim Christianae perfectionis in eo sita est, ut dei conditoris
nostri omniumque bonorum donatoris nomen piam ac debitam gratitudinem
gratias reddamus. Ob id David Propheta secundum eor. Domini nomen illius
benedicit atque decantat per singulos dies: Hinc divini Patriarchae benefciis
affectis ac de periculis... gratiarum actionem immenso Dei nomina altaria
erigunt: Hinc nostri quidem instituti professores et patres docti sunt
et hon sacto et glotioso zelo commoti ut devotam quandam sanctissimi Nominis
Dei Societatem nuncu pantes instituerent, quibusdam legibus instructam,
unde Christifideles in huius sanctissimi nominis reverentiam instituti
et ab eius turpi vel mani... vel absum tione eterreri possent. Quam summos
Pontifices fel. rec. Pium IIII et sanctae memoriae Pium V ac novissime
S.D.N. Gregorium Papam Xlll con firmasse et multis gratiis, privilegiis,
atque indulgentiis dotasse constat; et Dei gratia multo cum fructu multis
in locis Christianam Orbis fuisse receptam. Hoc animo et pia intentione
ut verii filii et paternae gloriae aemulatores Vos Christifideles Terrae
Tulphae veteris Sutrinae et Nepesinae diocesis pie considerantes ad conservandam
et augendam gloriosissimis Nominis Dei reverentiam Confraternitatem eiusdem
Sanctissimi Nominis Dei in Ecclesia Sancti Jannis et Cruci dictae terrae
instituendi et ordinandi, eiusdemque Altare et Cappellam fundandi et erigendi
a nobis instantissime petivistis per interpositam personam R.P. Magistri
Vincentii de Cellis Ordinis Praedicatorum eiusdem terrae vobis licentiam
impartiri cum gratiis et favoribus opportunis. Nos igitur auris... votis
et piís petitionibus inclinati dictam confraternitatem sanctissimi
nominis Dei atque Altare et Cappellam in dicta Ecclesia praefatae Terrae
habendi, instituendi, fundandique et erigendi media tamen praedicatione
alicuius Patris nostri officii auctoritate atque etiam Apostolicam facultate
nobis in hac parte concessa Tenore presentium licentiam vobis concedimus
et facultatem; et si /sta rite ercta est, eam recipimus, approbamus et
confirmamus per presentes. Dummodo alla similis Con fraternitas in eadem
Terra rite prius instituta nun fuerit: eamque Confraternitatem quamprimum
per vos constructam atque omnes utriusque sexus Christifideles in eadem
receptos et successive recipientos ad gratias privilegia, et indulgentias
quibus aliae societates sub ista invocatione in Ecclesiis nostris institutae
recipimus et admittimus ".
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