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Un impegno continuato per la formazione spirituale e la cura della loro chiesa viene esercitato lodevolmente dall'Ordine Francescano Secolare ( Terz' Ordine ) che ha sede nella Chiesa di San Francesco e presso il Santuario di S. Maria della Sughera, tentando di far rinascere l'antica confraternita agostiniana, unendo a finalità spirituali, attività culturali.
Se della Confraternita del SS.mo Nome di Dio non rimane che la presenza delle Suore e il Santuario sul Monte della Rocca, resta tuttavia l'impegno che per tanti secoli ha tenute desto nella comunità tolfetana, cioè la necessità di vivere comunitariamente la propria fede, vivendo insieme al servizio degli altri e coltivando la preghiera, soprattutto liturgica. La Confraternita, ha servito i malati e questi sono ancora presenti e ci interpellano con il loro carico di dolore e sofferenza. Il sodalizio è andato incontro alle necessità delle famiglie più povere della comunità e Gesù stesso ci ricorda che i poveri li avremo sempre con noi e nuove povertà si moltiplicano anche nel nostro ambiente. La Confraternita ha coltivato la pietà mariana con la manutenzione delle mura del piccolo tempio della Rocca e con costanti proposte volte a tenere vivo il culto della Vergine della Pietà. La riscoperta della genuina pietà mariana e il sostentamento del Santuario, luogo privilegiato di incontro e faro di spiritualità, sono un retaggio donato dal sodalizio a tutti i cristiani di Tolfa.

APPENDICE N° 1
REGOLAMENTO DELL'OSPEDALE

( Testo originale estratto dalla Congregazione del 28 gennaio 1834, vol. 2 )

ART. 1 - PRESIDE

Il Preside deve conoscere antecedentemente le risorse di ogni anno realizzabili a favore del Pio Istituto, onde approssimativamente occorrendo al bisogno in caso di straordinario numero di malati con una ben intesa Economia e Risparmio, e non chiamare se fosse necessario, a contribuire chi si credesse più confacente all'uopo. Il Priore dovrà in ogni mese far inteso il Preside del numero dei malati ammessi, dei risanati, dei periti, come anche delle spese occorse, di cui si avrà ragione nel generale rendiconto dell'anno. Presiede alla congregazione ed invigila per l'esecuzione dell'ordinato movimento con vera Cristiana Carità. La soprintendenza in tutti i singoli affari riguardanti il luogo Pio come capo superiore ecclesiastico.

ART. 2- PRIORE

Il Priore deve tener conto dell'introito ed esito dell'Ospedale con retta precisione ed esattezza. Rilascerà dietro la fedele relazione dei diversi vitti ordinati dal medico, che li verrà fatta da uno delli spedalieri, come dirassi in appresso, il biglietto per l'indomani dell'occorrenza non escluso il combustibile per la notte. Invigilerà infine sull'esecuzione fedele e costante di tutto ciò che dipende dalla sua pia amministrazione e movimento organico dell'Ospedale e tutti gli addetti al Pio Istituto dovranno attenersi a quanto dal medesimo si dispone, salva soltanto la superiore autorità del Preside.

ART. 3 - CAPPELLANO

Com'é stato fin qui fatto il Cappellano dovrà registrare ogni volta che la necessità lo esige nel libro di Ingresso, partenze e morte degli infermi e inferme ammessi nell'Ospedale partiti o morti. Incombe inoltre al Cappellano di confessare come curato dell'Ospedale viaticare, se ordina il medico curante che furono ammessi nel giorno antecedente e nell'istessa mattina o sera, nell'Ospedale, istruire se faccia all'uopo gli inesperti e confortarli alle carità evangeliche e munire dei rimanenti presidi e conforti di nostra santa religione quelli che verranno indicati dal medico col solito segno religioso assistendoli inoltre con Carità fraterna e cristiana pietà nelle ore estreme di loro vita.

ART. 4 - MEDICO

Siccome dall'ordinazione del medico dipende l'amministrazione terapeutica e dietetica così é necessario che egli visiti l'Ospedale nell'inverno alle ore 0,00 del mattino ossia ore quindici italiane dalle quattro della sera, ossia ore ventitre italiane. Nell'estate alle sette antimeridiane ossia undici ore italiane o sei pomeridiane ossia ventidue ore italiane essendo nelle ore di maggiore utilità la sua visita agli infermi secondo il vero metodo terapeutico, a comodo alla consecutiva esecuzione dei subalterni per poter con sicurezza somministrare la carità ossia vitto un'ora dopo la visita del mattino e sera . Nell'ora di visita sia presente almeno uno ospedaliere per dare al medico le opportune e necessarie relazioni fissare i segni dietetici e religiosi e ricevere le solite ammonizioni per l'eseguimento di quanto le diete prescrivono. Lo Speziale per registrare nel libro le ricette, spedirle con fedeltà ed accortezza collocare quindi i barattoli, i fiaschi nel tavolinetto dell'infermo cui appartengono dando nuovamente le spiegazioni ai spedalieri sul modo di amministrarli. li chirurgo poi eseguirà con sollecitudine ed esattezza le sanguigne applicazioni di sanguisughe, coppie vescicarie sanguigne ed altro a lui spettante, che verrà dal medico ordinato, curare quindi gli infermi di sua pertinenza, sotto la direzione sua e piena intelligenza del medico, non potrà eseguire operazioni di alta chirurgia senza il permesso del medico ed assisterà onde coerente sia l'ordine e metodo curativo dell'Ospedale ai precetti di sana clinica.

ART. V - OSPEDALIERI OSSIA INFERMIERI

Una costante esperienza ha fatto conoscere che per il servizio degli infermi dell'Ospedale sia bene di ritenere persone coniugate quindi i spedalieri sono due marito e moglie, e con tale sistema sia decentemente provveduto all'occorrenza di tutti gli infermi piano uomini, piano donne. I due spedalieri pertanto sono obbligati egualmente ed indistintamente al servizio nell'Ospedale nella maniera come appresso :
1) Saranno responsabili dell'imbiancheria, cappotti, berretini e sandali esistenti presso l'infermi e nel guardarobba, non che destagati (sic) che ivi fossero depositati per restituirgli agli infermi nel giorno di loro partenza.
2) Uno dà spedalieri , ovvero ambedue, se faccia bisogno, dovrà vagare soltanto nella corsia per l'occorrenza degli infermi e amministrare i medicinali ed eseguire le altre pratiche, come clisteri, pediluvi, fomentazioni, prendere il vitto indicato nell'ora stabilita, passarlo agli infermi ed inferme, imboccare quelli o quelle che non possono da loro stessi mangiare e bere con carità e pazienza, restituire poi gli utensili in cucina.
3) A loro diligenza dovrà nettarsi l'Ospedale dell'immondizia ogni giorno, prepararsi i letti degli aggravati e rifare quelli dei malati che non possono muoversi.
4) Dovranno in special modo i medesimi vuotare le loggette od orinali nella prima mattina e sera , più frequentemente se lo richiede il bisogno.
5) Cambiar le traverse, stirarle e mutare le camice a chi occorre.
6) Dopo praticato tutto questo ossia dopo un'ora della carità del mattino potranno i spedalieri ammettere le pie persone alla visita degli infermi però avvertendo che non introducano cibi di sorta alcuna essendo daltronde loro officio di tener sempre chiusi ambedue gli ingressi dell'Ospedale, i quali dovranno aprirsi soltanto agli addetti al Pio Stabilimento. Sono esclusi gli uomini nella corsia delle donne e viceversa a meno dei parenti, ammonischino tutti di non far rumore e non infastidire gli infermi con soverchi e parole dispiacenti. Trascorsa un'ora licenzino tutti e chiudendo le porte. In caso di trasgressione od inconvenienti nati per una negligenza nella prima volta subiranno gli infermieri la pena della sospensione per una settimana dal servizio, nella seconda con le debite formalità saranno espulsi.
7) Appartiene ai spedalieri suddetti di pulire il lampione, provvedere l'olio e bambagia della cucina ed accenderlo all'Ave Maria quando sarà di bisogna.
8) Dovrà passarsi spesso la bevanda agli infermi ed inferme specialmente aggravati: siano vigilanti nella notte tenendo conto di quanto si osserverà nei suddetti infermi per farne giusta relazione al medico.
9) Ogni quattro ore sia amministrato il ristoro agli aggravati o aggravate, e facendosi con attenzione se qualcuno, o qualcuna avesse bisogno della sacerdotale assistenza.
10) Un' ora prima della visita del medico si rinnovi l'aria dell'ambiente, a turni uno dei ospedalieri apriranno i lati delle corsie quindi chiuse le finestre si facciano i suffumigi che verranno preparati dallo speziale.
11) Si riferisca alla mattina con tutta esattezza al medico chirurgo quanto si fosse osservato e somministrato agli infermi ed inferme.
12) Si fissino le variazioni dei segni che indicherà il medico, tengasi l'estratto conto della locanda e delle diversità dei vitti ordinati onde poi informare il Priore a ricevere da esso il biglietto di provvigione.
13) Uno dei spedalieri dovrà nella sera prendere dal Priore il biglietto come sopra si è detto, scegliere poi le cibarie convenienti già ordinate dal medico ai malati, attender alla bontà della medesima ed esattezza dei pesi. Di buon mattino si principierà la cucina con ( ..) abbia di già preventivato pronto nell'ora della carità, unitamente alli utensili che avrà ben lavati e asciugati.
14) Riguardo il bucato per la biancheria provvederà il Priore come meglio reputerà opportuno e confacente all'uopo.
15) I spedalieri abiteranno nella contigua, solita casa ed uno di essi dovrà sempre restare nel luogo, per essere il servizio pronto ad ogni occorrenza. Sarà cura dei medesimi di provvedere la necessaria acqua e portare i foco nelle corsie in tempo d'inverno.
16) Dopo l'ora prescritta dal medico a cura e diligenza dei spedalieri secondo il solito seguirà la tumulazione dei cadaveri defunti nell'Ospedale.


ART. 6 - PER IL SAGRESTANO

Il Sagrestano addetto al servizio dell'annessa Compagnia del SS. mo Nome di Dio e sua Chiesa non potrà rifiutarsi se quando sarà chiamato dal Cappellano dell'Ospedale a prestare la sua assistenza nelle comunioni e nella somministrazione dell'Olio Santo. La nettezza della chiesa e tutto ciò che riguarda l'interno della medesima rimarrà sotto la responsabilità del sagrestano. Per l'osservanza dell'organico movimento invigileranno il Priore ed il medico, ciascuno nella parte che lo riguarda, riferiranno tutto al Preside il quale in caso di mancanza prenderà quelle misure che crederà più proficue al miglior andamento del luogo Pio.
Tutti quindi raccolti li voti sull'arringa del Vicario Colini delle elezioni dei suaccennati spedalieri furon ritrovati tutti bianchi in numero di nove.
il Reverendissimo signor Canonico Colini fa istanza che si notifichi al signor Luigi Ruina quanto fu stabilito nell'ultima congregazione tenuta sotto il dì 28 dicembre 1833 nella casa da esso ritenuta in enfiteusi, ed in caso non volesse rinunziarla bonariamente si convenga giudizialmente.
Dati e raccolti li voti furono ritrovati tutti bianchi in numero di nove.
E così rese le dovute grazie al Signore si dimise la presente Congregazione.
Copia a Vincenzo Canonico - Ruina Segretario.

APPENDICE N°2

CONCORDATO TRA L' OSPEDALE DI TOLFA E LE SUORE
DI SAN GIUSEPPE - 1853
IN NOME DELL' AGUSTISSIMA TRINITA'

(Archivio privato di casa Pergi - miscellanea)

Due urgenti sistemazioni occorrevano in Tolfa Diocesi di Civitavecchia: quella cioè dell'assistenza all'egregia umanità, e quella dell'istruzione alle fanciulle.
Un istituto all'uopo rinvenirsi dovea fra i tanti che fioriscono nella Cattolica Chiesa, che l'uno e l'altro impegno soddisfacesse.
in seguito di accurate indagini dispose Iddio che si avesse notizia di uno di essi che tutto sembrò opportuno al bisogno, giacché oltre all'aver questo per iscopo principale di carità le stesissime opere che dovevano attivarsi conciliava la possibile economia dei limitati mezzi locali e offriva subito le operazioni successive nel numero proporzionato ai mezzi e allo scopo.
Era quello delle suore di San Giuseppe dette dell'Apparizione istituto francese stabilito dalla Superiora Generale Madama Emilia De Vialar attualmente residente nella casa madre in Marsiglia.
Essendosi queste suore diramate anche in Africa, e per la loro caratteristica occupandosi indefessamente dé poveri infermi e negli Spedali, e né domicili, come altresì di formare il cuore delle fanciulle, e abilitarle nè lavori, si conobbe ben presto che dette suore soddisfacevano l'intento, e altresì corrispondevano alle pietose mene dell'esimia Testatrice Anna Maria Buttaoni, le cui rendite contribuire debbono in parte al dispendio necessario.
Et mandare ad effetto questo salutare divisamento, previa risoluzione della Congregazione dell'Ospedale con altri congressi animati e diretti dalla solerzia dell'ill. mo a Roma Monsignor Gaetano Brinciotti Vescovo suffraganeo di Civitavecchia, si deputò il signor Canonico don. Domenico Mignanti, e si aprirono le trattative con suor Celeste Peyre Superiora della Casa di Roma, le quali non furono né lunghe, né difficili mercé la spontaneità dell'invito e la giusta corrispondenza delle invitate.
In breve tempo fu stretto l'accordo, premessa l' ispezione dei locali, e della posizione del paese.
In conseguenza di che volendosi oggi mandare ad effetto l'accordo suddetto, e renderlo efficace né modi leggittimi e validi. Il Rev.mo Canonico D. Giovanni Cruciani Superiore Ecclesiastico nominato dall'Em. e Rev.mo sig. Card. Vicario di N. S. alla casa delle Suore di Roma, specificamente autorizzato dalla nominata madre Superiora dell'istituto da una parte e il sopra rescritto sig. Canonico Don Domenico Mignanti deputato della Congregazione suddetta, con intelligenza ed approvazione dell'illustrissimo et Rev. Monsignor Vescovo suffraganeo in vigore delle preventive autorizzazioni già riportate dall'Eccellentissimo e Rev.mo Cardinal Luigi Lambruschini zelantissimo Vescovo della stessa diocesi dall'altra, hanno concordemente stabilito e convenuto i seguenti patti e condizioni cioè:
1 - Tre suore di San Giuseppe dette dell'Apparizione sono destinate a prestare i loro servizi di carità nel paese di Tolfa sotto la giurisdizione dell'eccellentissimo e Rev.mo Cardinal Vescovo di Civitavecchia, e il di lui suffraganeo e sotto la dipendenza della loro superiora generale;
2 - Esse si presteranno in pari tempo alle due opere di carità, che formano lo scopo del loro istituto: cioè l'insegnamento gratuito delle fanciulle di ogni condizione, e la cura degli infermi nell'ospedale, e la visita di quelli nei domicili per recare loro quei sussidi che saranno compatibili con le rendite dell'Opera Pia secondo lo spirito e tenore di quanto previsto dal Pio Istituto di San Vincenzo de Paoli;
3 - Le suore nel rapporto del servizio andranno interamente soggette alla Deputazione stabilita dall'Ordinario. Questa per altro dovrà essere presentata da uno solo. Le suore si adatteranno alla disciplina del regolamento locale, salva la fiducia, di cui esse sono meritevoli per lo scopo dell'Istituto:
4 - Le suore assumeranno l'amministrazione delle rendite dell'ospedale, ma non l'amministrazione e la manutenzione dei fondi. Riceveranno le rendite per gli anni del
rappresentante la Deputazione: ne terranno un conto separato per erogarlo nei vari bisogni, onde possa la Deputazione conoscere lo stato di cassa e provvedere in caso di un deficit giustificato;
5 - In quanto alla scuola per le fanciulle, le suore non si dipartiranno dalle Leggi Diocesane sull'insegnamento;
6 - Per il trattamento individuale delle suore, e per ogni domestica occorrenza è fissata la somma di romani scudi 90 per ogni testa. E' a carico dello stabilimento di provvedere di un decente quartiere, di mobilio, delle grosse biancherie, di medico e di medicine;
7 - Per le spese di viaggio dal luogo dell'attuale dimora a quella della nuova destinazione é stabilita la somma di scudi 15 per ciascheduna suora;
8 - Il compenso per una donna che possa prestarsi nei bassi servizi necessari alle Suore è stabilita la somma di annui scudi 5 a carico dello Stabilimento. Il di più starebbe a carico delle suore.
9 - Per le biancherie personali il Pio Stabilimento non darà che solo scudi 20 romani per ciascuna suora, e per una volta, cioè alle tre prime suore esclusivamente che si porteranno in Tolfa. Questa somma non potrà mai ripetersi per qualunque cambiamento.
10 - Ad evitare reazioni indecorose per ambo le parti, é stabilito che le Suore non individualmente ma con regolare deliberazione del loro Istituto, potranno ritirarsi dall'impegno, previa una disdetta di mesi due, e la Deputazione, e per essa l'Ordinario avrà dalla sua parte la facilità di rinviarle nella certezza che ciò sarà fatto per ragionevoli e fondati motivi. Nel primo caso le spese del ritorno saranno a tutto carico delle suore, e nel secondo staranno a carico dello Stabilimento e nella somma di scudi 15 per ogni Suora come all'arrivo;
11 - In ogni caso di impotenza di alcune suore di continuare il servizio per malattia cronica o di lunga durata sarà rimpiazzata dall'Istituto. La suora così resa impotente tornerà alla casa Madre a spese dello Stabilimento; ma niuna potrà mai affacciare diritto a pensione vitalizia per qualunque titolo di lungo servizio prestato;
12 -Tutti i concerti occorrenti nel progresso dei tempi per qualunque difficoltà, o cambiamento da farsi nella. Casa dovranno passare tra l'Ordinario, e per esso il deputato rappresentante la Deputazione, e la Madre Superiora Generale, e per essa altra persona da lei specialmente deputata. Redatto il presente Concordato in duplice originale per ritenersene una per parte.
Civitavecchia lì 23 ottobre 1853

Seguono le firme

Si approva il presente concordato e si ordina ai rispettivi Officiali e a tutti quelli che devono concorrere la piena esecuzione, salvo il beneplacito esplicito su quanto è in cognizione del R.mo. sig. Can. Cruciani

firmato - Gaetano Brinciotti Vescovo di Leros e suffraganeo della Diocesi di Civitavecchia.

DOCUMENTI

TAVOLA 1 Stemma della Confraternita del SS.mo Nome di Dio.

TAVOLA 2 Presa di possesso da parte della Confraternita dello Ospedale di San Giovanni.

TAVOLA 3 Pergamena conservata nell'Archivio privato di casa Pergi attestante la approvazione della costituzione della Confraternita.

TAVOLA 4 Pianta dell'Ospedale di San Giovanni

TAVOLA 5 Atto notarile eredità Pugnaletti.

TAVOLA 6 Copia di una Congregazione della
Confraternita.

TAVOLA 7 Copia di una Congregazione segreta tenutasi il 21 Novembre 1847.

TAVOLA 8 Elenco degli indigenti domiciliati in Tolfa 1859.

Farmacia dell'Ospedale di Tolfa 1864.

TAVOLA 10 Prospetti e piante della ristrutturazione della Chiesa di San Giovanni - 1870.

TAVOLA 11 Fotografia dell'ultima festa della Università dei Calzolai di Tolfa che si è tenuta presso il Convento dei Cappuccini nell'anno 1940.

FONTI BIBLIOGRAFICHE PREVALENTEMENTE
UTILIZZATE NELLA RICERCA
1) A. BALDINI , La Rocca, eremiti, confraternita, Ospedale, in " la Rocca ", Settembre 1985.
2) F. BIANCHI, Storia dei tolfetani, Tolfa 1984
3) E. BRUNORI, Quando la Lumiera era alla Bianca, in Notiziario VII della Ass. Archeologica Klitsche de la Grange, 1985.
4) E. BRUNORI, Nuovi elementi per la ricerca nel Medioevo, delle Tolfe e delle Allumiere, in AA. VV., Civitavecchia e il suo entroterra nel Medioevo, ass. Archeologica Centumcellae, Civitavecchia 1986.
5) G. COLA , I monti della Tolfa nella storia: la Tolfaccia e Forum Clodii, Tolfa 1984.
6) G. COLA, L ' assedio e la vendita di Tolfa Vecchia, in La goccia n. 5 ( 1986 ).
7) J. DELUMEAU, L ' alum de Rome, XV -XIX siécle, S.E.V.P.E.N., Paris, 1962.
8) F.M. MIGNANTI, La Madonna di Cibona. Relazione istorica, Roma 1861.
9) F.M. MIGNANTI, La chiesa ed eremo delle Grazie presso le Allumiere. Comentario Roma 1863.
10) F. M. MIGNANTI, Santuari della regione di Ttolfa. Memorie storiche a cura di Ottorino Morra, Roma 1936.
11) O. MORRA, La chiesa collegiata di Tolfa negli inediti iscritti di Alessandro Bartoli, in " Studi offerti a Giovanni Incisa della Racchetta", Roma 1973.
12) O..MORRA, Il santuario della Madonna della Rocca, in La Rocca (settembre 1958 ).
13) O. MORRA, Tolfa. Profilo Storico e guida illustrativa, Ed. Cassa Di Risparmio, Civitavecchia 1978.
14) B. PERGI, Memorie di un Tolfetano, a cura di R. Peroni e G. Pergi, Gruppo culturale di Roma e del Lazio 1983.
15) R. RINALDI, Le Lumiere, vol. I ( dalle origini al 1826) , Allumiere 1978.
16) V. VITALINI SACCONI, Gente, personaggi e tradizioni a Civitavecchia dal Seicento al/ Ottocento, vol. I -Il, Ed. Cassa di Risparmio di Civitavecchia 1982.

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4) A. BALDINI, Cenni storici del santuario di Maria S.S. delle Grazie in Allumiere, suppl. a " la Madonna delle Grazie ", Settembre
1979. 1984.
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6) G. BESSUTTI, Le ricerche sulla storia della pietà mariana, in Lateranum 43 ( 1977 ),
7) G. BESSUTTI, Metodologia della ricerca storica del culto
locale tributato alla Vergine, in Ravennatensia V. VI, Cesena 1977.
8) G. BESUTTI , Bibliografia mariana , vol. I - VI, Ed.
Mananum anni 1950 -1980.
9) G. BESUTTI, Santuari ( mariani ), in N. Dizionario di Mariologia, Ed. Paoline 1985.
10) L. BORRELLO, Devozione pubblica e privata, Torino 1983.
11) P. BREZZI, La diplomazia pontificia, Milano 1942. Id., Saggi di storia medievale, Roma 1979. Bullarium Romanum, ed. Taurinensis.
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13) L. CONTOLI, G. LOMBARDI, F. SPADA, Piano per
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16) C. CUGNONI, Commento della vita di Agostino Chigi il Magnifico, Appendice, in Archivio della Societa' Romana di Storia Patria 1883.
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24) R. GUARNIERI, Fonti vecchie e nuove per una storia dei santuari, in Marianum, fasc. I, 1981.
25) A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia, Roma 1866.
26). HOURD G, La stampa cattolica, Roma 1960;
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29) M. MARONI LUMBROSO - A. MARTINI, Le confraternite romane nelle loro chiese, Roma 1963. Id. Le Confratemite attraverso il diritto italiano prima e dopoil Concordato - Studio di diritto ecclesiastico, Tonno 1935
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31) O. MONTENOVESI, Agostino Ghigi, banchiere, in Archivio della Deputazione Romana, vol. LX, Roma 1937.
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33) O. MORRA, La traslazione della Madonna di Cibona nella chiesa dei Cappuccini di To/fa, Roma 1937.
34) O. MORRA, La Madonna della Sughera, Roma 1954.
35) O. MORRA, La chiesa di Cibona risorge. Rinascita di un santuario mariano, Roma 1965.
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40) SALVATORELLI, Storia d' Europa dal 1870 al 1914, 1940
41) SALVATORELLI, Chiesa e Stato dalla rivoluzione francese ad oggi, Tonno 1956 ;
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43) UBERT R., Il pontificato di Pio IX, in tr. it. 1961 - 1964 ;
44) A. VINCIOTTI, l mille santuari mariani d ' Italia illustrati, Roma 1960.
45) M. WEBER, Economia e società ( trad. da Wirtschaft und Gesellscaft, Tubigen 1922; ed. critica: 1956), Milano 1968, voll. 2

INDICE

Abbreviazioni

Introduzione

Cap. 1- TOLFA E LA SUA STORIA
a) Profilo storico- geografico di Tolfa
b) Ambientazione storico - religiosa

Cap. 2- LA CONFRATERNITA DEL SS.MO NOME DI DIO E SUO OSPEDALE

Cap -3-STRUTTURA DELLA CONFRATERNITA

Cap 4-L'ATTIVITA' OSPEDALIERA DELLA CONFRATERNITA
a) La gestione dell' Ospedale nei secoli XVI - XVII - XVIII
b) Situazione dei ricoveri
c) La Soccida delle vacche e la gestione dell'Ospedale nel secolo XIX

Cap 5- PATRONATO DELLA CONFRATERNITA SUL SANTUARIO DELLA ROCCA.

a) Cenni storici del Santuario mariano
b) Rapporto tra Santuario, eremita e Confraternita

Cap. 6-LE DOTI ALLE ZITELLE

Cap. 7- DONAZIONI E LASCITI

Cap 8- LA CONFRATERNITA, L' OSPEDALE E LE SUORE DI SAN GIUSEPPE DELL' APPARIZIONE

Cap.9- II DECLINO DELLA CONFRATERNITA E DELL' OSPEDALE
a) La necessità di ricostruire la Chiesa di San Giovanni
b) La legislazione anti ecclesiastica dello stato liberale e gli enti assistenziali
Conclusione

Appendice. N°1

Appendice N° 2

Documenti

Fonti bibliografiche prevalentemente utilizzate nella ricerca

Bibliografia Generale