Un impegno continuato
per la formazione spirituale e la cura della loro chiesa viene esercitato
lodevolmente dall'Ordine Francescano Secolare ( Terz' Ordine ) che
ha sede nella Chiesa di San Francesco e presso il Santuario di S.
Maria della Sughera, tentando di far rinascere l'antica confraternita
agostiniana, unendo a finalità spirituali, attività
culturali.
Se della Confraternita del SS.mo Nome di Dio non rimane che la presenza
delle Suore e il Santuario sul Monte della Rocca, resta tuttavia l'impegno
che per tanti secoli ha tenute desto nella comunità tolfetana,
cioè la necessità di vivere comunitariamente la propria
fede, vivendo insieme al servizio degli altri e coltivando la preghiera,
soprattutto liturgica. La Confraternita, ha servito i malati e questi
sono ancora presenti e ci interpellano con il loro carico di dolore
e sofferenza. Il sodalizio è andato incontro alle necessità
delle famiglie più povere della comunità e Gesù
stesso ci ricorda che i poveri li avremo sempre con noi e nuove povertà
si moltiplicano anche nel nostro ambiente. La Confraternita ha coltivato
la pietà mariana con la manutenzione delle mura del piccolo
tempio della Rocca e con costanti proposte volte a tenere vivo il
culto della Vergine della Pietà. La riscoperta della genuina
pietà mariana e il sostentamento del Santuario, luogo privilegiato
di incontro e faro di spiritualità, sono un retaggio donato
dal sodalizio a tutti i cristiani di Tolfa.
APPENDICE N° 1
REGOLAMENTO DELL'OSPEDALE
( Testo originale estratto dalla Congregazione del 28
gennaio 1834, vol. 2 )
ART. 1 - PRESIDE
Il Preside deve conoscere antecedentemente le risorse di ogni anno realizzabili
a favore del Pio Istituto, onde approssimativamente occorrendo al bisogno
in caso di straordinario numero di malati con una ben intesa Economia
e Risparmio, e non chiamare se fosse necessario, a contribuire chi si
credesse più confacente all'uopo. Il Priore dovrà in ogni
mese far inteso il Preside del numero dei malati ammessi, dei risanati,
dei periti, come anche delle spese occorse, di cui si avrà ragione
nel generale rendiconto dell'anno. Presiede alla congregazione ed invigila
per l'esecuzione dell'ordinato movimento con vera Cristiana Carità.
La soprintendenza in tutti i singoli affari riguardanti il luogo Pio come
capo superiore ecclesiastico.
ART. 2- PRIORE
Il Priore deve tener conto dell'introito ed esito dell'Ospedale con retta
precisione ed esattezza. Rilascerà dietro la fedele relazione dei
diversi vitti ordinati dal medico, che li verrà fatta da uno delli
spedalieri, come dirassi in appresso, il biglietto per l'indomani dell'occorrenza
non escluso il combustibile per la notte. Invigilerà infine sull'esecuzione
fedele e costante di tutto ciò che dipende dalla sua pia amministrazione
e movimento organico dell'Ospedale e tutti gli addetti al Pio Istituto
dovranno attenersi a quanto dal medesimo si dispone, salva soltanto la
superiore autorità del Preside.
ART. 3 - CAPPELLANO
Com'é stato fin qui fatto il Cappellano dovrà registrare
ogni volta che la necessità lo esige nel libro di Ingresso, partenze
e morte degli infermi e inferme ammessi nell'Ospedale partiti o morti.
Incombe inoltre al Cappellano di confessare come curato dell'Ospedale
viaticare, se ordina il medico curante che furono ammessi nel giorno antecedente
e nell'istessa mattina o sera, nell'Ospedale, istruire se faccia all'uopo
gli inesperti e confortarli alle carità evangeliche e munire dei
rimanenti presidi e conforti di nostra santa religione quelli che verranno
indicati dal medico col solito segno religioso assistendoli inoltre con
Carità fraterna e cristiana pietà nelle ore estreme di loro
vita.
ART. 4 - MEDICO
Siccome dall'ordinazione del medico dipende l'amministrazione terapeutica
e dietetica così é necessario che egli visiti l'Ospedale
nell'inverno alle ore 0,00 del mattino ossia ore quindici italiane dalle
quattro della sera, ossia ore ventitre italiane. Nell'estate alle sette
antimeridiane ossia undici ore italiane o sei pomeridiane ossia ventidue
ore italiane essendo nelle ore di maggiore utilità la sua visita
agli infermi secondo il vero metodo terapeutico, a comodo alla consecutiva
esecuzione dei subalterni per poter con sicurezza somministrare la carità
ossia vitto un'ora dopo la visita del mattino e sera . Nell'ora di visita
sia presente almeno uno ospedaliere per dare al medico le opportune e
necessarie relazioni fissare i segni dietetici e religiosi e ricevere
le solite ammonizioni per l'eseguimento di quanto le diete prescrivono.
Lo Speziale per registrare nel libro le ricette, spedirle con fedeltà
ed accortezza collocare quindi i barattoli, i fiaschi nel tavolinetto
dell'infermo cui appartengono dando nuovamente le spiegazioni ai spedalieri
sul modo di amministrarli. li chirurgo poi eseguirà con sollecitudine
ed esattezza le sanguigne applicazioni di sanguisughe, coppie vescicarie
sanguigne ed altro a lui spettante, che verrà dal medico ordinato,
curare quindi gli infermi di sua pertinenza, sotto la direzione sua e
piena intelligenza del medico, non potrà eseguire operazioni di
alta chirurgia senza il permesso del medico ed assisterà onde coerente
sia l'ordine e metodo curativo dell'Ospedale ai precetti di sana clinica.
ART. V - OSPEDALIERI OSSIA INFERMIERI
Una costante esperienza ha fatto conoscere che per il servizio degli infermi
dell'Ospedale sia bene di ritenere persone coniugate quindi i spedalieri
sono due marito e moglie, e con tale sistema sia decentemente provveduto
all'occorrenza di tutti gli infermi piano uomini, piano donne. I due spedalieri
pertanto sono obbligati egualmente ed indistintamente al servizio nell'Ospedale
nella maniera come appresso :
1) Saranno responsabili dell'imbiancheria, cappotti, berretini e sandali
esistenti presso l'infermi e nel guardarobba, non che destagati (sic)
che ivi fossero depositati per restituirgli agli infermi nel giorno di
loro partenza.
2) Uno dà spedalieri , ovvero ambedue, se faccia bisogno, dovrà
vagare soltanto nella corsia per l'occorrenza degli infermi e amministrare
i medicinali ed eseguire le altre pratiche, come clisteri, pediluvi, fomentazioni,
prendere il vitto indicato nell'ora stabilita, passarlo agli infermi ed
inferme, imboccare quelli o quelle che non possono da loro stessi mangiare
e bere con carità e pazienza, restituire poi gli utensili in cucina.
3) A loro diligenza dovrà nettarsi l'Ospedale dell'immondizia ogni
giorno, prepararsi i letti degli aggravati e rifare quelli dei malati
che non possono muoversi.
4) Dovranno in special modo i medesimi vuotare le loggette od orinali
nella prima mattina e sera , più frequentemente se lo richiede
il bisogno.
5) Cambiar le traverse, stirarle e mutare le camice a chi occorre.
6) Dopo praticato tutto questo ossia dopo un'ora della carità del
mattino potranno i spedalieri ammettere le pie persone alla visita degli
infermi però avvertendo che non introducano cibi di sorta alcuna
essendo daltronde loro officio di tener sempre chiusi ambedue gli ingressi
dell'Ospedale, i quali dovranno aprirsi soltanto agli addetti al Pio Stabilimento.
Sono esclusi gli uomini nella corsia delle donne e viceversa a meno dei
parenti, ammonischino tutti di non far rumore e non infastidire gli infermi
con soverchi e parole dispiacenti. Trascorsa un'ora licenzino tutti e
chiudendo le porte. In caso di trasgressione od inconvenienti nati per
una negligenza nella prima volta subiranno gli infermieri la pena della
sospensione per una settimana dal servizio, nella seconda con le debite
formalità saranno espulsi.
7) Appartiene ai spedalieri suddetti di pulire il lampione, provvedere
l'olio e bambagia della cucina ed accenderlo all'Ave Maria quando sarà
di bisogna.
8) Dovrà passarsi spesso la bevanda agli infermi ed inferme specialmente
aggravati: siano vigilanti nella notte tenendo conto di quanto si osserverà
nei suddetti infermi per farne giusta relazione al medico.
9) Ogni quattro ore sia amministrato il ristoro agli aggravati o aggravate,
e facendosi con attenzione se qualcuno, o qualcuna avesse bisogno della
sacerdotale assistenza.
10) Un' ora prima della visita del medico si rinnovi l'aria dell'ambiente,
a turni uno dei ospedalieri apriranno i lati delle corsie quindi chiuse
le finestre si facciano i suffumigi che verranno preparati dallo speziale.
11) Si riferisca alla mattina con tutta esattezza al medico chirurgo quanto
si fosse osservato e somministrato agli infermi ed inferme.
12) Si fissino le variazioni dei segni che indicherà il medico,
tengasi l'estratto conto della locanda e delle diversità dei vitti
ordinati onde poi informare il Priore a ricevere da esso il biglietto
di provvigione.
13) Uno dei spedalieri dovrà nella sera prendere dal Priore il
biglietto come sopra si è detto, scegliere poi le cibarie convenienti
già ordinate dal medico ai malati, attender alla bontà della
medesima ed esattezza dei pesi. Di buon mattino si principierà
la cucina con ( ..) abbia di già preventivato pronto nell'ora della
carità, unitamente alli utensili che avrà ben lavati e asciugati.
14) Riguardo il bucato per la biancheria provvederà il Priore come
meglio reputerà opportuno e confacente all'uopo.
15) I spedalieri abiteranno nella contigua, solita casa ed uno di essi
dovrà sempre restare nel luogo, per essere il servizio pronto ad
ogni occorrenza. Sarà cura dei medesimi di provvedere la necessaria
acqua e portare i foco nelle corsie in tempo d'inverno.
16) Dopo l'ora prescritta dal medico a cura e diligenza dei spedalieri
secondo il solito seguirà la tumulazione dei cadaveri defunti nell'Ospedale.
ART. 6 - PER IL SAGRESTANO
Il Sagrestano addetto al servizio dell'annessa Compagnia del SS. mo Nome
di Dio e sua Chiesa non potrà rifiutarsi se quando sarà
chiamato dal Cappellano dell'Ospedale a prestare la sua assistenza nelle
comunioni e nella somministrazione dell'Olio Santo. La nettezza della
chiesa e tutto ciò che riguarda l'interno della medesima rimarrà
sotto la responsabilità del sagrestano. Per l'osservanza dell'organico
movimento invigileranno il Priore ed il medico, ciascuno nella parte che
lo riguarda, riferiranno tutto al Preside il quale in caso di mancanza
prenderà quelle misure che crederà più proficue al
miglior andamento del luogo Pio.
Tutti quindi raccolti li voti sull'arringa del Vicario Colini delle elezioni
dei suaccennati spedalieri furon ritrovati tutti bianchi in numero di
nove.
il Reverendissimo signor Canonico Colini fa istanza che si notifichi al
signor Luigi Ruina quanto fu stabilito nell'ultima congregazione tenuta
sotto il dì 28 dicembre 1833 nella casa da esso ritenuta in enfiteusi,
ed in caso non volesse rinunziarla bonariamente si convenga giudizialmente.
Dati e raccolti li voti furono ritrovati tutti bianchi in numero di nove.
E così rese le dovute grazie al Signore si dimise la presente Congregazione.
Copia a Vincenzo Canonico - Ruina Segretario.
APPENDICE N°2
CONCORDATO TRA L' OSPEDALE DI TOLFA E LE SUORE
DI SAN GIUSEPPE - 1853
IN NOME DELL' AGUSTISSIMA TRINITA'
(Archivio privato di casa Pergi - miscellanea)
Due urgenti sistemazioni occorrevano in Tolfa Diocesi
di Civitavecchia: quella cioè dell'assistenza all'egregia umanità,
e quella dell'istruzione alle fanciulle.
Un istituto all'uopo rinvenirsi dovea fra i tanti che fioriscono nella
Cattolica Chiesa, che l'uno e l'altro impegno soddisfacesse.
in seguito di accurate indagini dispose Iddio che si avesse notizia di
uno di essi che tutto sembrò opportuno al bisogno, giacché
oltre all'aver questo per iscopo principale di carità le stesissime
opere che dovevano attivarsi conciliava la possibile economia dei limitati
mezzi locali e offriva subito le operazioni successive nel numero proporzionato
ai mezzi e allo scopo.
Era quello delle suore di San Giuseppe dette dell'Apparizione istituto
francese stabilito dalla Superiora Generale Madama Emilia De Vialar attualmente
residente nella casa madre in Marsiglia.
Essendosi queste suore diramate anche in Africa, e per la loro caratteristica
occupandosi indefessamente dé poveri infermi e negli Spedali, e
né domicili, come altresì di formare il cuore delle fanciulle,
e abilitarle nè lavori, si conobbe ben presto che dette suore soddisfacevano
l'intento, e altresì corrispondevano alle pietose mene dell'esimia
Testatrice Anna Maria Buttaoni, le cui rendite contribuire debbono in
parte al dispendio necessario.
Et mandare ad effetto questo salutare divisamento, previa risoluzione
della Congregazione dell'Ospedale con altri congressi animati e diretti
dalla solerzia dell'ill. mo a Roma Monsignor Gaetano Brinciotti Vescovo
suffraganeo di Civitavecchia, si deputò il signor Canonico don.
Domenico Mignanti, e si aprirono le trattative con suor Celeste Peyre
Superiora della Casa di Roma, le quali non furono né lunghe, né
difficili mercé la spontaneità dell'invito e la giusta corrispondenza
delle invitate.
In breve tempo fu stretto l'accordo, premessa l' ispezione dei locali,
e della posizione del paese.
In conseguenza di che volendosi oggi mandare ad effetto l'accordo suddetto,
e renderlo efficace né modi leggittimi e validi. Il Rev.mo Canonico
D. Giovanni Cruciani Superiore Ecclesiastico nominato dall'Em. e Rev.mo
sig. Card. Vicario di N. S. alla casa delle Suore di Roma, specificamente
autorizzato dalla nominata madre Superiora dell'istituto da una parte
e il sopra rescritto sig. Canonico Don Domenico Mignanti deputato della
Congregazione suddetta, con intelligenza ed approvazione dell'illustrissimo
et Rev. Monsignor Vescovo suffraganeo in vigore delle preventive autorizzazioni
già riportate dall'Eccellentissimo e Rev.mo Cardinal Luigi Lambruschini
zelantissimo Vescovo della stessa diocesi dall'altra, hanno concordemente
stabilito e convenuto i seguenti patti e condizioni cioè:
1 - Tre suore di San Giuseppe dette dell'Apparizione sono destinate a
prestare i loro servizi di carità nel paese di Tolfa sotto la giurisdizione
dell'eccellentissimo e Rev.mo Cardinal Vescovo di Civitavecchia, e il
di lui suffraganeo e sotto la dipendenza della loro superiora generale;
2 - Esse si presteranno in pari tempo alle due opere di carità,
che formano lo scopo del loro istituto: cioè l'insegnamento gratuito
delle fanciulle di ogni condizione, e la cura degli infermi nell'ospedale,
e la visita di quelli nei domicili per recare loro quei sussidi che saranno
compatibili con le rendite dell'Opera Pia secondo lo spirito e tenore
di quanto previsto dal Pio Istituto di San Vincenzo de Paoli;
3 - Le suore nel rapporto del servizio andranno interamente soggette alla
Deputazione stabilita dall'Ordinario. Questa per altro dovrà essere
presentata da uno solo. Le suore si adatteranno alla disciplina del regolamento
locale, salva la fiducia, di cui esse sono meritevoli per lo scopo dell'Istituto:
4 - Le suore assumeranno l'amministrazione delle rendite dell'ospedale,
ma non l'amministrazione e la manutenzione dei fondi. Riceveranno le rendite
per gli anni del
rappresentante la Deputazione: ne terranno un conto separato per erogarlo
nei vari bisogni, onde possa la Deputazione conoscere lo stato di cassa
e provvedere in caso di un deficit giustificato;
5 - In quanto alla scuola per le fanciulle, le suore non si dipartiranno
dalle Leggi Diocesane sull'insegnamento;
6 - Per il trattamento individuale delle suore, e per ogni domestica occorrenza
è fissata la somma di romani scudi 90 per ogni testa. E' a carico
dello stabilimento di provvedere di un decente quartiere, di mobilio,
delle grosse biancherie, di medico e di medicine;
7 - Per le spese di viaggio dal luogo dell'attuale dimora a quella della
nuova destinazione é stabilita la somma di scudi 15 per ciascheduna
suora;
8 - Il compenso per una donna che possa prestarsi nei bassi servizi necessari
alle Suore è stabilita la somma di annui scudi 5 a carico dello
Stabilimento. Il di più starebbe a carico delle suore.
9 - Per le biancherie personali il Pio Stabilimento non darà che
solo scudi 20 romani per ciascuna suora, e per una volta, cioè
alle tre prime suore esclusivamente che si porteranno in Tolfa. Questa
somma non potrà mai ripetersi per qualunque cambiamento.
10 - Ad evitare reazioni indecorose per ambo le parti, é stabilito
che le Suore non individualmente ma con regolare deliberazione del loro
Istituto, potranno ritirarsi dall'impegno, previa una disdetta di mesi
due, e la Deputazione, e per essa l'Ordinario avrà dalla sua parte
la facilità di rinviarle nella certezza che ciò sarà
fatto per ragionevoli e fondati motivi. Nel primo caso le spese del ritorno
saranno a tutto carico delle suore, e nel secondo staranno a carico dello
Stabilimento e nella somma di scudi 15 per ogni Suora come all'arrivo;
11 - In ogni caso di impotenza di alcune suore di continuare il servizio
per malattia cronica o di lunga durata sarà rimpiazzata dall'Istituto.
La suora così resa impotente tornerà alla casa Madre a spese
dello Stabilimento; ma niuna potrà mai affacciare diritto a pensione
vitalizia per qualunque titolo di lungo servizio prestato;
12 -Tutti i concerti occorrenti nel progresso dei tempi per qualunque
difficoltà, o cambiamento da farsi nella. Casa dovranno passare
tra l'Ordinario, e per esso il deputato rappresentante la Deputazione,
e la Madre Superiora Generale, e per essa altra persona da lei specialmente
deputata. Redatto il presente Concordato in duplice originale per ritenersene
una per parte.
Civitavecchia lì 23 ottobre 1853
Seguono le firme
Si approva il presente concordato e si ordina ai rispettivi
Officiali e a tutti quelli che devono concorrere la piena esecuzione,
salvo il beneplacito esplicito su quanto è in cognizione del R.mo.
sig. Can. Cruciani
firmato - Gaetano Brinciotti Vescovo di Leros e suffraganeo
della Diocesi di Civitavecchia.
DOCUMENTI
TAVOLA 1 Stemma della Confraternita del SS.mo Nome di
Dio.
TAVOLA 2 Presa di possesso da parte della Confraternita
dello Ospedale di San Giovanni.
TAVOLA 3 Pergamena conservata nell'Archivio privato di
casa Pergi attestante la approvazione della costituzione della Confraternita.
TAVOLA 4 Pianta dell'Ospedale di San Giovanni
TAVOLA 5 Atto notarile eredità Pugnaletti.
TAVOLA 6 Copia di una Congregazione della
Confraternita.
TAVOLA 7 Copia di una Congregazione segreta tenutasi
il 21 Novembre 1847.
TAVOLA 8 Elenco degli indigenti domiciliati in Tolfa
1859.
Farmacia dell'Ospedale di Tolfa 1864.
TAVOLA 10 Prospetti e piante della ristrutturazione della
Chiesa di San Giovanni - 1870.
TAVOLA 11 Fotografia dell'ultima festa della Università
dei Calzolai di Tolfa che si è tenuta presso il Convento dei Cappuccini
nell'anno 1940.
FONTI BIBLIOGRAFICHE PREVALENTEMENTE
UTILIZZATE NELLA RICERCA
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3) E. BRUNORI, Quando la Lumiera era alla Bianca, in Notiziario VII della
Ass. Archeologica Klitsche de la Grange, 1985.
4) E. BRUNORI, Nuovi elementi per la ricerca nel Medioevo, delle Tolfe
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12) O..MORRA, Il santuario della Madonna della Rocca, in La Rocca (settembre
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13) O. MORRA, Tolfa. Profilo Storico e guida illustrativa, Ed. Cassa Di
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28) D. KLITSHE DE LA GRANGE, Allumiere delle sante crociate, Civitavecchia
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30) L. MEHUS, Del!' origine, progresso, abusi e riforme delle Confraternite
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31) O. MONTENOVESI, Agostino Ghigi, banchiere, in Archivio della Deputazione
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35) O. MORRA, La chiesa di Cibona risorge. Rinascita di un santuario mariano,
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36) O. MORRA, Filippo M. Mignanti storico della Basilica Vaticana, in
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38) R. RINALDI, Conoscere Allumiere, Biblioteca Comunale di Allumiere
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40) SALVATORELLI, Storia d' Europa dal 1870 al 1914, 1940
41) SALVATORELLI, Chiesa e Stato dalla rivoluzione francese ad oggi, Tonno
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42) R. TAUCCI, Gli Eremi di Tolfa, In Studi dell' Ordine dei Servi di
Maria, III, 1937.
43) UBERT R., Il pontificato di Pio IX, in tr. it. 1961 - 1964 ;
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45) M. WEBER, Economia e società ( trad. da Wirtschaft und Gesellscaft,
Tubigen 1922; ed. critica: 1956), Milano 1968, voll. 2
INDICE
Abbreviazioni
Introduzione
Cap. 1- TOLFA E LA SUA STORIA
a) Profilo storico- geografico di Tolfa
b) Ambientazione storico - religiosa
Cap. 2- LA CONFRATERNITA DEL SS.MO NOME DI DIO E SUO
OSPEDALE
Cap -3-STRUTTURA DELLA CONFRATERNITA
Cap 4-L'ATTIVITA' OSPEDALIERA DELLA CONFRATERNITA
a) La gestione dell' Ospedale nei secoli XVI - XVII - XVIII
b) Situazione dei ricoveri
c) La Soccida delle vacche e la gestione dell'Ospedale nel secolo XIX
Cap 5- PATRONATO DELLA CONFRATERNITA SUL SANTUARIO DELLA
ROCCA.
a) Cenni storici del Santuario mariano
b) Rapporto tra Santuario, eremita e Confraternita
Cap. 6-LE DOTI ALLE ZITELLE
Cap. 7- DONAZIONI E LASCITI
Cap 8- LA CONFRATERNITA, L' OSPEDALE E LE SUORE DI SAN
GIUSEPPE DELL' APPARIZIONE
Cap.9- II DECLINO DELLA CONFRATERNITA E DELL' OSPEDALE
a) La necessità di ricostruire la Chiesa di San Giovanni
b) La legislazione anti ecclesiastica dello stato liberale e gli enti
assistenziali
Conclusione
Appendice. N°1
Appendice N° 2
Documenti
Fonti bibliografiche prevalentemente utilizzate nella ricerca
Bibliografia Generale
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